19 Aprile 2024
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Boom di migranti

Da Bruxelles arrivano alcuni dati sugli spostamenti di profughi, clandestini, migranti nel Mediterraneo e alle frontiere europee di sud-est. I dati parlano di un record di arrivi in Italia nel 2016. Ma era chiaro che i tanti problemi e cambi di strategia a sud-est, soprattutto nell’area turca, avrebbero determinato scompensi.
Infatti, con le frontiere blindate nei Balcani e con la Turchia che ha chiuso i rubinetti verso le isole greche dopo l’accordo con l’Ue, resta l’Italia il ‘ventre molle’ dove i trafficanti di esseri umani sanno di potersi insinuare con facilità per i loro affari. E così, nel 2016, la rotta del Mediterraneo centrale è stata l’unica a vedere un aumento dei flussi, tra quelle utilizzate per fare arrivare i migranti in Europa. Sono circa 181 mila le persone passate illegalmente: come se una città delle dimensioni di Modena o Reggio Calabria si fosse spostata in blocco dall’Africa.
Un aumento del 20% in un anno, certifica l’agenzia europea Frontex. Il numero più alto mai registrato, che segna un record per l’Italia. In Grecia, intanto, gli arrivi sono crollati del 79% a quota 182.500, dei quali la maggior parte entrati prima dell’accordo di marzo con la Turchia. Nei Balcani si è passati dai 764 mila attraversamenti del 2015 a 123 mila, dopo l’inasprimento dei controlli di frontiera. In totale, circa mezzo milione gli ingressi illegali in Europa l’anno scorso, di cui più di un terzo in Italia.

Una situazione frutto della pressione crescente che arriva dall’Africa occidentale. Dal 2010 ad oggi, l’Italia ha visto aumentare di dieci volte gli arrivi da questa regione. La maggior parte dei migranti che passano dalla rotta centro mediterranea sono infatti nigeriani. Seguono eritrei e cittadini di Guinea, Costa d’Avorio e Gambia.
L’Unione europea sta cercando di rispondere al problema mettendo a punto accordi di sostegno economico in loco per disincentivare le partenze. Programmi che però con ogni probabilità potranno dare risultati apprezzabili solo nel medio termine. Nell’immediato, l’emergenza rimane e i barconi continuano a partire, anzi aumentano. E così il numero di chi perde la vita in mare: secondo i dati diffusi alla fine dell’anno scorso dall’agenzia per i rifugiati Onu, il 2016 ha segnato anche il triste record di cinquemila vittime di naufragio.
Non lasceremo sola l’Italia”, ribadiscono dalla Commissione europea dove ricordano, tra le varie cose, gli ultimi 62,7 milioni di fondi di emergenza dati al nostro Paese per far fronte alla crisi dell’immigrazione. Dalla prossima settimana Frontex, trasformata di recente in corpo guardacoste e guardia di frontiera europea, attiverà anche squadre di intervento di specialisti per supportare gli Stati membri dell’Ue nel rimpatrio dei migranti irregolari. Operazioni da incrementare, spiegano a Bruxelles, per chi non ha il diritto di chiedere asilo.

[in collaborazione con Salvatore Lussu]