19 Aprile 2024
Movie

“Corti”: alcune dritte su un genere trascurato

Pensavo di sottoporre a amici e familiari due o tre serate con proiezione di una quindicina di shorts che hanno segnato la storia del cinema. Già definire un “corto” non è esercizio semplice, e contiene elementi di arbitrarietà a partire dalla durata: quando un corto diventa mediometraggio? Comunque, mi ero dato i 30′ come banalissima e appunto arbitraria discriminante. Lascerei fuori dalla categoria le parti di film collettivi o a episodi. C’è spesso d’altra parte un’aderenza forte tra cortometraggi, linguaggio sperimentale, oppure gioco, divertissement o all’inverso ancora manifesto teorico, politico-culturale. Ho raggruppato mentalmente quello che mi pareva indispensabile e più interessante, dai primi contributi pionieristici del cinema delle origini, in finzione o documentario, ai lavori dei surrealisti, a contributi del cinema sovietico, a qualche animazione, ad alcuni specialisti del genere come Kenneth Anger (legato come è noto al tema dell’omosessualità), per poi scendere sino alla Nouvelle Vague, o a Warhol, senza contare che molti grandi cineasti hanno esordito con saggi di pochi minuti o poche decine di minuti. Non è stato difficile rendersi conto che più mi avvicinavo ai nostri giorni più scarseggiavo di idee ossia di conoscenze in materia. Occorreva aiutarsi e, insieme ai volumoni delle guide Time Out o simili, internet è stato di aiuto, consentendomi rapidamente di individuare l’ottimo sito (ancorché aggiornato solo al 2011 e caratterizzato da qualche giudizio contestabile) creato da mjf314, apparentemente un semplice competente e appassionato cinefilo: Top 250 Most-Acclaimed Short Films of All Time che corrisponde all’URL  http://www.imdb.com/list/ls000181315/.

Morale della favola: ecco i titoli di una selezione possibile, o una iperselezione, col rigido e inadeguato “blocco” della mezzora, che lascia fuori importanti lavori di poco più lunghi, da Buster Keaton a Jean Vigo a moltissimi altri.

Le voyage dans la lune (G. Meliès, 1902, 13′), The Great Train Robbery (E.S. Porter, 1903, 11′), Dnevnik Glumova (S. Eisenstein, 1923, 5′), La febbre degli scacchi (V. Pudovkin, 1925, 19′), Un chien andalou (L. Bunuel, 1929, 21′), Tierra sin pan (L. Bunuel, 1933, 30′), Fireworks (K. Anger, 1947, 20′), Meshes of the Afternoon (M. Deren, 1947, 14′),  Le sang des betes (G. Franju, 1949, 30′), Guernica (A. Resnais, 1950, 13′), Un chant d’amour (J. Genet, 1950, 26′), Le coup du berger (J. Rivette, 1956, 27′), La jétée (C. Marker, 1962, 28′), Scorpio Rising (K. Anger, 1965, 29′), Hold me when I’m naked (G. Kuchar, 1966, 17′), Screen Tests (serie di A. Warhol, p. es. Helmut, 1966, 5′), Il racconto dei racconti (Tu. Norshteyn, 1979, 29′), Terminal Bar (S. Nadelman, 2003, 22′).

La fotografia è tratta da Fireworks di Anger.

Giovanni A. Cecconi

Professore di storia romana e di altri insegnamenti di antichistica all'università di Firenze. Da sempre appassionato di cinema, è da molti anni attivo come blogger su alleo.it per recensioni, riflessioni, schede informative, e ricordi di attori e registi. È stato collaboratore di Agenzia Radicale online e di Blog Taormina. Ama il calcio, si occupa di politica e gioca a scacchi, praticati (un tempo lontano) a livello agonistico, col titolo di Maestro FIDE.