Cittadinanza e Costituzione. 500mila firme
La Costituzione Italiana, all’articolo 22, sancisce che: «Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome». Cittadinanza e Costituzione, dunque. In questi giorni il nostro Paese non solo ha capito che non esistono motivi politici per privare una persona del diritto alla propria cittadinanza, ma pure che oltre 500mila persone, in possesso della suddetta cittadinanza italiana, sono d’accordo nell’ estendere questo diritto a tutte quelle persone che risiedono in Italia da cinque anni in maniera continuativa. Ma non si tratta di una semplice proposta referendaria di estensione: si tratta di una semplice proposta referendaria di dimezzamento (dai 10 anni attuali ai 5 proposti) e, dunque, si tratta di una iniziativa politica nel segno dell’accoglienza e del buon senso.
Per realizzare tutto questo si sono pure mobilitati numerosi vip. A sorreggere questa manovra (se vogliamo “mediatica”) è stata la convinzione che s-muove più le coscienze Ghali di Giorgia Meloni. Che vuol dire? In una società ormai totalmente spettacolarizzata, gli orientamenti (non solo sociali, ma anche politici – come in questo caso) vengono e pro-vengono non più dalla politica (Roberto Esposito afferma che ormai la politica stessa è diventata impolitica, cioè non decide un bel niente) ma dal mondo variopinto e sfaccettato di quella che avremmo chiamato “società dello spettacolo” come recinto degli artisti, se il situazionista Guy Debord non ci avesse chiarito decenni fa che tutta la società è ormai un società dello spettacolo.
C’è una contraddizione evidente: il mondo della politica (con l’eccezione di +Europa) si era totalmente disinteressato dell’iniziativa e della proposta di un referendum sull’estensione della cittadinanza. Siamo dunque di fronte a una proposta referendaria di natura politica, che non proviene (nella sua complessità) dalla politica. Nulla vieta che questo possa accadere, anzi i referendum sono proprio politica dal basso, ma sono stati sempre più o meno indirizzati, sostenuti, proposti dai politici, mentre stavolta siamo in un’eccezione. In questa storia di Cittadinanza e Costituzione abbiamo dunque appreso alcune cose. Le sintetizzo. 1) La politica, in quanto motivazione, non influisce su togliere la cittadinanza di alcuno. 2) Ghali è in grado di smuovere le coscienze. 3) C’è almeno una contraddizione su cui riflettere. 4) Dimezzare la durata della permanenza in Italia degli stranieri è un’idea cui gli italiani acconsentono. 4) Lo spettacolo e la politica sono la stessa cosa.
Insomma società, arte, politica e vita oggi si risolvono nella “prestazione”. Ecco perché gli intellettuali non ci sono più. Perché essi erano abituati a ragionare, analizzare, comporre e scomporre i pezzi del problema che avevano davanti, cercare di fare una sintesi, proporre, avanzare idee alternative, progettare, sognare. Oggi invece non si sogna più. Oggi si recita!