Posted On marzo 17, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie
Suite francese è l’ultimo incompiuto romanzo, pubblicato (in Italia da Adelphi) oltre sessant’anni dopo la sua morte ad Auschwitz nel 1942, della scrittrice ucraina di origine ebraica Irène Némirowski. Da questo ormai famosissimo e tradottissimo romanzo è tratto questo film piuttosto ben riuscito, ambientato nei dintorni di Parigi (ma girato prevalentemente in Belgio), nella cittadina di Bussy, nel giugno del 1940, quando i nazisti prendono il potere. I bombardamenti seminano il panico, la gente comincia un grande esodo verso il sud della Francia. La ricostruzione storica si salda con efficacia
Read More Posted On marzo 4, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie
Come qui riportato in un articolo del settembre scorso The Shape of Water aveva vinto l’ultimo Leone d’Oro. Proprio stanotte, la notte delle sconcertanti elezioni politiche italiane, il film del cineasta messicano, da qualche mese nelle sale europee, viene premiato anche con il massimo riconoscimento (almeno per il grande pubblico): l’Oscar quale miglior film, oltre che quale migliore regia, sceneggiatura e colonna sonora. Questa fiaba sulla diversità, con tratti di genere cinematografico che si sovrappongono (fantasy, spionaggio, pulp, noir, grottesco, d’amore), ha una sinossi apparentemente irricevibile. Siamo a Baltimora nel 1962. Una donna delle pulizie di un
Read More Posted On febbraio 15, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie
Il cinquantenne François Ozon non è mai stato tra i nostri autori preferiti. Non lo si è mai considerato tra i nuovi maestri del cinema francese. Eppure Amanti criminali (1999), 8 donne e un mistero (2002), Il tempo che resta (2005), diversi di stile e di contenuto, non sono pellicole malvagie. Dei film successivi non ci viene in mente niente di memorabile, come sarà evidente alla lettura in questo blog della recensione a Nella casa (2013), riproposta come “vintage” recentemente. Ma questo L’amant double è uno dei peggiori film visti in questa stagione.
Read More Posted On febbraio 8, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie
Un abitato della provincia americana, Missouri. Mildred Hayes ha perso sua figlia da sette mesi, e in un modo orribile: stuprata, uccisa, bruciata. Le indagini ormai non portano a nulla, e Mildred decide di affiggere tre enormi lungo una strada non lontano da casa sua. Si appropria di questi spazi pubblicitari con l’aiuto di un agente, sfida le norme. Ha un disperato bisogno di denunciare l’ignavia e l’incapacità della giustizia. I manifesti, semplici enormi scritte nere su fondo color rosso aragosta, dicono, con successione logica: “Violentata mentre moriva”, “Nessuno ancora arrestato?”, “Perché, sceriffo Willoughby?”. Mildred si misura
Read More Posted On febbraio 6, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie
Esce ora nella sale italiane l’ultimo film di Jeff Nichols (Shotgun Stories, 2007; Take Shelter, 2012), presentato a Cannes nel 2012. Siamo in Arkansas (stato di cui è originario il regista, nato a Little Rock nel 1978), e l’ambientazione del film è tutta acquatica, lungo il Mississippi, tra palafitte usate come abitazioni e come basi per dedicarsi alla pesca, tra boscaglie lussureggianti. Un quattordicenne, Ellis (Tye Sheridan, Steve in The Tree of Life di Terrence Malick) e il suo amico e coetaneo Neckbone (Leonardo Caneva) raggiungono in barca nel corso
Read More Posted On febbraio 4, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie
Pawel Pawlikowski è un regista di origine polacca, nato nel 1957. Allontanatosi adolescente dalla Polonia e vissuto in vari paesi europei (tra cui l’Italia), si è trasferito stabilmente in Gran Bretagna dove ha costruito le tappe essenziali della sua carriera. Colto, eclettico, particolarmente attento alle società e alla storia dell’est europeo, ha curato documentari lontani dai circuiti maggiori ma originali e densi, tra i quali una menzione speciale merita Serbian Epics, un lavoro del 1992 scritto nel pieno dei conflitti nella ex-Jugoslavia. Dal 1998 ha iniziato a dirigere film di
Read More Posted On febbraio 4, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie
I francesi non lo hanno voluto a Cannes. Il film non ci è passato. Se ne possono capire le ragioni, nonostante l’ammirazione per Parigi che traspare da quest’opera del sessantaquattrenne siberiano Aleksandr Sokurov. Fa sempre male riaprire vecchie ferite. Ci sono momenti nell’esistenza individuale e nella storia in cui si sente il bisogno di fare bilanci, dare giudizi, offrire eventualmente speranze per il futuro, anche con tonalità di registro retorico elevato (ma la retorica è anche una straordinaria scuola letteraria e filosofica). E, nella sua anomalia di ‘cinema nel non-cinema’
Read More Posted On gennaio 27, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie
Alejandro Jodorowski è da lunghissimo tempo autore “di culto” per gli appassionati di cinema, almeno per tre opere (delle nove direzioni messe in cantiere in totale, con lunghe fasi di inattività) già dallo stile caratteristico, ossia immaginifico, grottesco, surreale, sanguigno: Il paese incantato (1968), El Topo (1970), La montagna sacra (1973). “Purtroppo” ricordiamo bene, anche se allora si era ragazzini cinefili, come pochi anni dopo almeno gli ultimi due film menzionati fossero spesso in programmazione all’Universale e in altri cinema d’essai nella Firenze degli anni ’70. Vitalissimo ed eclettico – oltre che cineasta ed attore, fumettista, regista teatrale, psicanalista autodidatta e reinventore di tarocchi – l’ultraottantenne
Read More Posted On gennaio 19, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie
Un film appassionato e forte come si può essere appassionati e forti a vent’anni. Venticinque ne ha Xavier Dolan, regista canadese che è già una realtà consolidata della cinematografia internazionale e che è al suo quinto lungometraggio (esordio a vent’anni con J’ai tué ma mère – “Ho ucciso mia madre”, 2009, altra opera dedicata a tematiche familiari). E in Canada è collocata la vicenda di “mommy”, Diane (una volutamente vistosa Anne Dorval) e di suo figlio Steve (Antoine-Olivier Pilon). Il ragazzo ha dei seri problemi di disadattamento, iperattivo, vittima di
Read More Posted On gennaio 14, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie
Woody Allen è nato a New York l’1 dicembre del 1935. Questo ultimo film, dove A. non ripete se stesso, l’ha scritto e girato più che ottantenne. E, a parte gli aspetti tecnici e formali, a questa tenera età dimostra una sensibilità di tratto, una percezione del senso tragico dell’esistenza ma anche della sua bellezza, una vitale capacità di dare spazio all’amore (e al ruolo multiforme dell’amore carnale) che sorprendono per intensità. Il titolo è metaforico e anche antifrastico: Wonder Wheel – la ruota delle meraviglie: nasce dalla presenza sullo sfondo di molte scene di una ruota panoramica
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