All posts by Giovanni A. Cecconi

Professore di storia romana e di altri insegnamenti di antichistica all'università di Firenze. Da sempre appassionato di cinema, è da molti anni attivo come blogger su alleo.it per recensioni, riflessioni, schede informative, e ricordi di attori e registi. È stato collaboratore di Agenzia Radicale online e di Blog Taormina. Ama il calcio, si occupa di politica e gioca a scacchi, praticati (un tempo lontano) a livello agonistico, col titolo di Maestro FIDE.

Posted On Marzo 28, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie

Addio a Stéphane Audran

Quindici giorni fa doveva presenziare alla Cinémathèque alla proiezione della versione restaurata di L’oeil du malin di Claude Chabrol (1962), ma non venne perché indisposta. Stava evidentemente male ed è mancata ieri. La Audran (Colette Suzanne Jeannine Dacheville: Versailles, 2 novembre 1932-Parigi, 27 marzo 2018) è nota alle generazioni meno anziane come protagonista del Pranzo di Babette (G. Axel, 1987) ma è stata un’attrice centrale per la Nouvelle Vague e spessissimo presente nei film di quello che fu – senza dubbio – il suo mentore, appunto Chabrol. I due furono sposati per molti anni, dal 1964Read More

Posted On Marzo 24, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie

“Call me by your name” (L. Guadagnino, USA-ITA-FRA-BRA 2017)

Osannato da pubblico e critica, questo film di Guadagnino, che ha avuto la sceneggiatura del da sempre sopravvalutato James Ivory (qui premiato senza particolari meriti con l’Oscar), è tanto pretenzioso quanto modesto. E dunque melassoso più che commovente. Guadagnino – autore tra gli altri di Melissa P. (2005), Io sono l’amore (2009), A bigger splash (2015) – non esattamente opere di portata epocale – si cimenta qui col tentativo di costruire un affresco socio-culturale su una certa realtà italiana, e non solo, degli anni ’80, avendo come perno il tema dell’omosessualità. E’ infatti la storia del sentimento liberato del giovane ElioRead More
Inseribile nell’ampio filone dei film dedicati al rapporto tra genitori e figli, Nebraska affronta questo “universale” con un taglio misurato , sensibile e realistico. Il racconto è di quelli difficili, ispidi, poco accattivanti: costellato dalla rappresentazione delle meschinità e le tristezze della vecchiaia (cattiveria, stordimento mentale, avidità), con presenze giovanili per lo più odiose. Gli spazi aperti del Montana (la regione nella quale gli astri appaiono come ingranditi) e del Nebraska riprodotti nel bianco e nero del film compongono un retroterra stilizzato, ma tetro sino a essere a volte quasiRead More
Suite francese è l’ultimo incompiuto romanzo, pubblicato (in Italia da Adelphi) oltre sessant’anni dopo la sua morte ad Auschwitz nel 1942, della scrittrice ucraina di origine ebraica Irène Némirowski. Da questo ormai famosissimo e tradottissimo romanzo è tratto questo film piuttosto ben riuscito, ambientato nei dintorni di Parigi (ma girato prevalentemente in Belgio), nella cittadina di Bussy, nel giugno del 1940, quando i nazisti prendono il potere. I bombardamenti seminano il panico, la gente comincia un grande esodo verso il sud della Francia. La ricostruzione storica si salda con efficaciaRead More

Posted On Marzo 4, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie

Anche gli Oscar: “The Shape of Water” (G. Del Toro, USA 2017)

Come qui riportato in un articolo del settembre scorso The Shape of Water aveva vinto l’ultimo Leone d’Oro. Proprio stanotte, la notte delle sconcertanti elezioni politiche italiane, il film del cineasta messicano, da qualche mese nelle sale europee, viene premiato anche con il massimo riconoscimento (almeno per il grande pubblico): l’Oscar quale miglior film, oltre che quale migliore regia, sceneggiatura e colonna sonora. Questa fiaba sulla diversità, con tratti di genere cinematografico che si sovrappongono (fantasy, spionaggio, pulp, noir, grottesco, d’amore), ha una sinossi apparentemente irricevibile. Siamo a Baltimora nel 1962. Una donna delle pulizie di unRead More

Posted On Febbraio 15, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie

C’era una volta Ozon? “L’amant double” (Fra 2017)

Il cinquantenne François Ozon non è mai stato tra i nostri autori preferiti. Non lo si è mai considerato tra i nuovi maestri del cinema francese. Eppure Amanti criminali (1999), 8 donne e un mistero (2002), Il tempo che resta (2005), diversi di stile e di contenuto, non sono pellicole malvagie. Dei film successivi non ci viene in mente niente di memorabile, come sarà evidente alla lettura in questo blog della recensione a Nella casa (2013), riproposta come “vintage” recentemente. Ma questo L’amant double è uno dei peggiori film visti in questa stagione.Read More
Un abitato della provincia americana, Missouri. Mildred Hayes ha perso sua figlia da sette mesi,  e in un modo orribile: stuprata, uccisa, bruciata. Le indagini ormai non portano a nulla, e Mildred decide di affiggere tre enormi lungo una strada non lontano da casa sua. Si appropria di questi spazi pubblicitari con l’aiuto di un agente, sfida le norme. Ha un disperato bisogno di denunciare l’ignavia e l’incapacità della giustizia. I manifesti, semplici enormi scritte nere su fondo color rosso aragosta, dicono, con successione logica:  “Violentata mentre moriva”, “Nessuno ancora arrestato?”, “Perché, sceriffo Willoughby?”. Mildred si misuraRead More

Posted On Febbraio 6, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie

(Vintage) “Mud” di Jeff Nichols (USA 2012)

Esce ora nella sale italiane l’ultimo film di Jeff Nichols (Shotgun Stories, 2007; Take Shelter, 2012), presentato a Cannes nel 2012. Siamo in Arkansas (stato di cui è originario il regista, nato a Little Rock nel 1978), e l’ambientazione del film è tutta acquatica, lungo il Mississippi, tra palafitte usate come abitazioni e come basi per dedicarsi alla pesca, tra boscaglie lussureggianti. Un quattordicenne, Ellis (Tye Sheridan, Steve in The Tree of Life di Terrence Malick) e il suo amico e coetaneo Neckbone (Leonardo Caneva) raggiungono in barca nel corsoRead More

Posted On Febbraio 4, 2018By Giovanni A. CecconiIn Movie

(VINTAGE) “Ida” di Pawel Pawlikowski (Polonia 2013)

Pawel Pawlikowski è un regista di origine polacca, nato nel 1957. Allontanatosi adolescente dalla Polonia e vissuto in vari paesi europei (tra cui l’Italia), si è trasferito stabilmente in Gran Bretagna dove ha costruito le tappe essenziali della sua carriera. Colto, eclettico, particolarmente attento alle società e alla storia dell’est europeo, ha curato documentari lontani dai circuiti maggiori ma originali e densi, tra i quali una menzione speciale merita Serbian Epics, un lavoro del 1992 scritto nel pieno dei conflitti nella ex-Jugoslavia. Dal 1998 ha iniziato a dirigere film diRead More
I francesi non lo hanno voluto a Cannes. Il film non ci è passato. Se ne possono capire le ragioni, nonostante l’ammirazione per Parigi che traspare da quest’opera del sessantaquattrenne siberiano Aleksandr Sokurov. Fa sempre male riaprire vecchie ferite. Ci sono momenti nell’esistenza individuale e nella storia in cui si sente il bisogno di fare bilanci, dare giudizi, offrire eventualmente speranze per il futuro, anche con tonalità di registro retorico elevato (ma la retorica è anche una straordinaria scuola letteraria e filosofica). E, nella sua anomalia di ‘cinema nel non-cinema’Read More