Posted On aprile 28, 2017By Giovanni A. CecconiIn Movie
Parigino, nato nel 1955 da una famiglia franco-turca-ebraica, come tiene a sottolineare egli stesso Olivier Assayas ha vissuto la passione per il cinema e il desiderio di farne un mestiere per eredità familiare, tramite il padre sceneggiatore e collaboratore di maestri come Ophuls e Pabst. Critico (dal 1980 al 1985 ai Cahiers du Cinéma), giornalista musicale. Assayas non ha prodotto però grandi lavori: il suo film più noto (?) è Irma Vep del 1996. Con questo Personal Shopper il suo eclettismo dà vita a un film mal definibile, con stilemi horror o thriller ma molto sui generis. L’elemento
Read More Posted On aprile 14, 2017By Giovanni A. CecconiIn Movie
Va detto: Kaurismaki difficilmente sbaglia di brutto un film, e quasi sempre ne ritroviamo il dono di descrivere con grazia ambienti di marginalità e di impostare con leggerezza problemi grandi, visti dall’osservatorio di quel paese nordico un po’ sui generis che è la Finlandia. Qui – ne L’altro volto della speranza, premiato come migliore regia a Berlino e che riprende le tematiche di Miracolo a le Havre – la solidarietà verso un rifugiato siriano è di gran lunga prevalente sulle forme di razzismo e di violenza che pur ci sono: ma questo è forse anche lo wishful thinking
Read More Posted On aprile 1, 2017By Giovanni A. CecconiIn Movie
Sta incontrando un notevole successo di critica e pubblico Tarde para la ira, tradotto in italiano e in inglese con un titolo evocativo da Anni Settanta (La vendetta di un uomo tranquillo/The Fury of a Patient Man e in Italia non si può non pensare anche all’uomo tranquillo fordiano, John Wayne, ma è una pura associazione lessicale, mentre l’originale del famoso film di Ford del 1952 suonava The Quiet Man), con il quale giovane regista iberico R. Arévalo (trentaseienne già attore ne La isla minima, tra gli altri) vara il suo primo lungometraggio. Carlos Boyero del Paìs lo ha definito
Read More Posted On marzo 27, 2017By Giovanni A. CecconiIn Movie
Nato a L’Avana è mancato pochi giorni fa, il 22 di questo marzo 2017, Tomas Milian, maschera celebre in Italia soprattutto negli Anni Settanta e Ottanta per ruoli in film di terzordine legati alla violenza alla criminalità, quello di poliziotto (Nico Giraldi) e di ladro romano (Er Monnezza), ma ancor prima per alcuni “spaghetti-western” di Sergio Sollima . I giornali sono pieni in delle sue biografie. Per esempio, la figura del padre, un generale importante all’interno del regime anteriore a quello di Batista a Cuba (quello di Gerardo Machado), suicidatosi quando Tomas era adolescente, una morte
Read More Posted On marzo 15, 2017By Giovanni A. CecconiIn Movie
Introdotto da Claudio Carabba, un Marco Bellocchio straordinariamente giovanile (il regista piacentino ha 77 anni e ne dimostra quindici di meno) ha presenziato e presentato allo Spazio Alfieri di Firenze la prima proiezione della rassegna Segnalati dalla critica, una scelta di sette film tra i più interessanti dell’anno, ogni martedì sera dal 14 marzo per le settimane a venire. La inaugurazione della serie è stata affidata infatti al suo Fai bei sogni. Bellocchio ha parlato liberamente del cinema, della sua attenzione ai cambiamenti della società e di quelli della propria personale lunga esperienza di vita e
Read More Posted On febbraio 28, 2017By Giovanni A. CecconiIn Movie
Uno dei più importanti film della stagione: asciutto, rigoroso, coinvolgente. Due Oscar che avrebbero forse potuto essere tre (vedi oltre, alla fine della recensione). Ne è autore il newyorkese Kenneth Lonergan (1962), nato nel Bronx da famiglia ebrea della buona borghesia. Il cinquantacinquenne sceneggiatore (si ricordi Gangs of New York, 2002), attore e regista ha al suo attivo due soli altri film: Conta su di me (2000) e Margaret (2011). Manchester non è la città industriale della Gran Bretagna, sede di una cospicua università e celebrata per i due grandi
Read More Posted On febbraio 19, 2017By Giovanni A. CecconiIn Movie
Tra i più importanti eventi culturali di Berlino per numero di proiezioni (400 film divisi in sezioni tematiche e con un importantissimo spazio dedicato a rassegne retrospettive di classici: è impressionante vedere quanto spesso giovani anche brillanti e appassionati ignorino le produzioni dei più grandi maestri del passato: provate a chiedere loro di citare un film di Ingmar Bergman o di Luis Bunuel…) e per numero di spettatori coinvolti (oltre 300.000 biglietti venduti), il festival del cinema 2017 ha conferito oggi 18 febbraio i suoi Orsi. La Giuria era presieduta dall’olandese Paul Verhoeven. Non
Read More Posted On febbraio 12, 2017By Giovanni A. CecconiIn Movie
La modesta offerta delle sale in queste settimane, in attesa dell’arrivo di Manchester by the Sea di K. Lonergan, induce a suggerire una visione antica di un noir (e “on the road” ante litteram) di buon fascino. Autore ne è un regista meno noto del cinema americano, nato a Sidney in questi giorni del 1904 (il 10 febbraio) e deceduto nel 1963: John Farrow. Di buona famiglia, di capacità eclettiche (avrà al suo attivo un dizionario inglese-francese-tahitiano), giovinotto avventurosissimo, ebbe precoci contatti con Hollywood in quanto scrittore ed esperto di navigazione e marina. Si avvicinò a quanto sembra alla scrittura per
Read More Posted On gennaio 26, 2017By Giovanni A. CecconiIn Movie
Nel 1963 Ingmar Bergman ci regalava uno dei suoi film più belli (e meno noti): Il silenzio (Tystnaden). Lì il silenzio è, insieme alla consueta impossibilità di comunicare tra esseri umani, quello, anch’esso consueto nel maestro svedese, di Dio: una scena di carrarmati in movimento lascia credere legato ai lutti e alle sofferenze che la guerra infligge all’umanità e che un Dio di infinita bontà non dovrebbe consentire. Opera dallo stesso titolo, lungamente meditata e tratta dal romanzo storico omonimo di Shusaku Endo, questa ultima di Scorsese si sviluppa in modo avvolgente, ieratico, evitando drammatizzazioni e concessioni al pulp,
Read More Posted On gennaio 12, 2017By Giovanni A. CecconiIn Movie
Se non si trattasse di una storia vera caratterizzata anche da una consistente critica della freddezza delle gerarchie burocratiche, a dispetto della straordinarietà del fattore umano (incarnato da un Tom Hanks di bravura metafisica, maschera canuta e baffuta, compostissimo eroe assoluto), verrebbe fatto di pensare che questo possa essere l’ultima costruzione narrativa di un Eastwood pacificato con se stesso (diciamolo: l’ultimo suo film), desideroso di mettere in scena un racconto di valore simbolico: il volo, il terrore, l’ammaraggio di emergenza, infine la salvezza: tutti salvi. Tutti salvi i passeggeri di quel volo dall’alto
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