Posted On Marzo 26, 2020By Martino BaldiIn Sun
Romanzo per racconti, romanzo a quadri, linked stories, romanzo corale… chiamatelo come vi pare ma sappiate che il mosaico di La parola magica è uno dei più potenti esordi nella narrativa italiana degli ultimi mesi. Ambientato in una Milano contemporanea, naturalmente da bere, tra ristoranti etnici e viaggi intercontinentali, sedute dallo psicanalista e chirurghi estetici, ma anche nel subconscio metropolitano delle agenzie funebri e delle sale colloqui di un carcere, intreccia le storie di sette personaggi di estrazione borghese colti nel pieno delle loro disperazioni. Leo si risveglia all’indomani di
Read More Posted On Gennaio 12, 2019By Martino BaldiIn Sun
Sulla banchina di Zara c’è solo un barbone con la sua casa di cartone sottobraccio. Martina mi ha seguito. La fisso un solo istante, poi mi scaglio su di lei. Andiamo in fondo, dove inizia la galleria, dove c’è più vento. Ma il vento oggi siamo noi. La faccio inginocchiare e glielo metto in bocca. Non oppone resistenza, anzi di tanto in tanto la sento sussurrare con una voce quasi non più sua, dolciastra e perversa, che le piace. Le spingo la testa. Il barbone da lontano ci guarda, capisce
Read More Posted On Luglio 25, 2018By Martino BaldiIn Sun
“La terra è arida di affetto. La masturbazione distrae dal bisogno d’affetto e per fortuna che esiste.” Tra addii al celibato e puttan tour, approcci maldestri tra colleghi di lavoro e vari tipi di sessuomanie, fenomenologie della masturbazione e incontri ambigui fuori dalle stazioni ferroviarie, Andrea Fiorito esordisce disegnando per mezzo di una dozzina di racconti un universo concentrazionario in cui il rapporto ossessivo e irrisolto dei suoi personaggi con l’erotismo è il sintomo di una condizione umana raggelante. Siamo in un non meglio precisato Nord Italia, una società in
Read More Posted On Aprile 23, 2018By Martino BaldiIn Sun
«Ciascun trauma non si limita al presente della sua mortificazione ma per l’individuo che lo subisce si emenda in un fardello che cadrà solo con la fine del suo tempo, o con la cura. Il trauma è fertile, vorace, duraturo, virale. Capita che si trasmetta di padre in figlio. Può diventare cultura. Senza argini è incapsulato, disseminato, tramandato. Ogni ferita è per la personalità una mina inesplosa i cui elementi psicotici isolano e paralizzano […].» [da Davide Orecchio, “Un esilio (1980-1984)” in Città distrutte]. * Viviamo purtroppo un’epoca in cui
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