Posted On Aprile 29, 2018By Martino BaldiIn Sun
Dopo cento lentissime pagine di bravura smisurata nel descrivere il rapporto simbiotico tra il Boga, un tagliatore di giunchi «con gli occhi da pesce moribondo», e la foce del fiume Paranà, Haroldo Conti improvvisamente ti afferra alla gola e ti inchioda a una vertiginosa epifania del senso di ogni cosa. Tremano le mani a scriverne, anche perché pensi alla fine dello scrittore argentino e torna a risuonare quella parola che a lungo nella nostra infanzia per noi degli anni Settanta è stata allo stesso tempo lontana e quotidiana, macabra e
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