26 Aprile 2024
Italic

Gli orfani di Maria

Maria De Filippi, brava presentatrice Mediaset (anche se la qualifica è assai limitante), ha prodotto più orfani di una pandemia e più sogni infranti di Hollywood. La bionda Maria, moglie di un uomo dalle mille iniziative editoriali come Maurizio Costanzo, ha messo in campo una vera e propria fabbrica delle illusioni televisive. Bionda ma non troppo, piacevole ma non appariscente, presente ma non invadente, la Maria televisiva tiene a bada, governa, doma abilmente un Circo di personaggi sconosciuti che cercano l’attimo di notorietà, ma soprattutto la comparsata che faccia sbarcare il lunario, la botta di audience che dia una svolta alla inconsistente carriera. Da giovani ed anziani che pomiciano e litigano in diretta, a funamboli che danzano sulle nocche della dita o petomani in stereofonia, fino agli immancabili ballerini e cantanti, le trasmissioni dell’abile conduttrice mettono insieme lo spettacolo dell’esibizionismo in sé e dell’esibizionismo per. E’ però evidente che la folla degli aspiranti a un posto al sole è destinata alla decimazione, le aspettative per buona parte si frantumano in un mesto flop. Alcuni la prendono a ridere, si divertono come al Luna park, quando sfidi la forza di gravità o il pungiball, altri -specialmente i più giovani- soffrono il dolore o la rabbia del sogno fracassato contro gli scogli del giudizio dell’immancabile giuria di “esperti” o del pubblico. Di particolare interesse è certo il programma più longevo e che più appartiene a colei che ormai è per tutti “Maria” (la trappola del tu confidenziale!): “Amici”. Lì c’è tutta la dimensione posticcia di quel modo di essere televisione. L’illusione trova, in quel contesto, il giusto arredamento di finzioni, approssimazione e supponenza. I giovani cantanti e ballerini sono spesso autodidatti o comunque con formazioni abbozzate o non ancora concluse. Dovrebbero, quindi, studiare, approfondire e verificarsi. Invece, la furba Maria regala loro la scorciatoia, gli apparecchia una “scuola” che è una sorta di grande fratello, gestita da “professori” che professori non sono quasi mai. Anzi, nella logica della televisione che ricicla (dentro un circuito ben oliato, che non butta via niente), i “professori” sono spesso cantanti in ombra o “artisti” dal successo effimero, che devono essere rilanciati o riproposti; addirittura talvolta il riciclaggio riguarda personaggi promossi dallo stesso programma, meteore di una stagione, che cercano dall’abile presentatrice un rilancio o un altro pezzettino di gloria. Perchè questa trasmissione come le altre che sta riproducendo per partogenesi (su Rai e Sky) lasciano in giro orfani e frustrazioni, che, in un mix di cinico risparmio e patetico mutuo soccorso, vengono poi riproposti per una sorta di tagliando che assicuri loro qualche nuovo chilometro di gloria. Nessuno che inviti a studiare, ad approfondire, a cercare altrove. Quei programmi promuovono l’approssimazione, la capacità di “colpire”, l’empatia con il “professore” di una sera. Uno schiaffo alla competenza, alla costanza, allo studio. Si crea una sorta di cortocircuito ambizione-illusione-frustrazione. Pochi che davvero raggiungono il successo del talento e quindi la stabilità. Per chi fallisce del tutto, sono comunque possibili qualche serata in discoteca o  comparsata televisiva per il tempo di qualche mese e qualche euro. Per quelli del successo di una stagione, ci sono sempre un po’ di apparizioni da Maria o dai suoi cloni. E, comunque, alla fine dell’anno, un passaggio su un palco televisivo a cantare un paio di consumate canzoni, non si nega a nessuno; con tanto di trenino,  ballando ed urlando “…caro amico Charlie Brown”. E via sperando che il nuovo anno si ricordi di loro. Perchè, insomma, per gli orfani di Maria (e non soli) uno strapuntino in tv è sempre meglio che lavorare!?!?!