27 Luglio 2024
Italic

La politica dei “nostalgici”

In queste ore di tormentata ricerca di un Governo per il paese, capita di ascoltare e leggere botte di nostalgia per il tempo che fu ovvero per le occasioni perdute. Insomma ancora un “quando c’era lui, caro lei”. Così c’è chi torna a riproporre addirittura un Presidente del Consiglio di oltre ottantanni e tanti errori. Il ricordo va all’amarcord del vecchio Ingrassia, il mattarello zio Teo, che, magistralmente diretto dal grande Fellini, sale sull’albero, gridando “voglio una donna!!!”.

Ci sono poi quei nostalgici che, con il ciglio unico e il labbro inferiore tremolante, ricordano come tutto sarebbe diverso, se gli italiani, il quattro dicembre di ormai oltre un anno fa, avessero votato a favore della riforma costituzionale proposta da Matteo Renzi, perché con quella sì che avremmo già un Governo governante. La prima nostalgia prostatica non ha bisogno di troppi commenti. Dei Governi Berlusconi pochi sentono davvero la mancanza e tanto meno il bisogno. Salvo appunto i nostalgici o coloro che non sanno rappresentarsi politicamente fuori dall’ombra, dal consenso e dal potere del vecchio padrone di Mediaset.

La seconda “nostalgia” merita qualche chiarimento in più, perché è costruita su una pietosa bugia, che viene continuamente riproposta e rilanciata. La Riforma costituzionale di Renzi era un pasticcio che non cambiava l’assetto della Repubblica parlamentare, non annullava il Senato, mentre le cosiddette certezze sul possibile Governo il giorno stesso delle elezioni non stavano nella Riforma costituzionale, ma –e neanche troppo- nella riforma elettorale, non votata dai cittadini in nessun referendum, bocciata tuttavia dalla Corte Costituzionale.

Allora, invece di abbandonarsi al tempo che fu o che avrebbe potuto essere, le forze che si apprestano a farsi opposizione del probabile (ma non sicuro) Governo Lega-M5S dovrebbero concentrarsi sul presente e sul futuro, avendo piena consapevolezza che non sarà facile opporsi a scelte (abolizione della Fornero o reddito di cittadinanza), se mai arriveranno, che trasversalmente richiamano consenso in tanta parte del paese.

Non di nostalgia quindi c’è bisogno, ma di idee, progetti, donne ed uomini credibili. Per chi governerà e per chi vorrà costruire alternativi progetti di governo.