19 Aprile 2024
Movie

“Cafarnao – Caos e miracoli” (di N. Labaki, LIB 2018)

Alla vigilia della chiusura del festival di Cannes 2019, merita una menzione questo film libanese, Gran Premio della Giuria nel festival dell’anno passato, dopo essere stato in lizza per la Palma d’Oro; esso è solo da poche settimane passato nelle sale italiane.

E’ la storia congiunta di due processi, ambientati a Beirut, l’uno, al centro della narrazione, che coinvolge un dodicenne colpevole di avere accoltellato un non meglio identificato “figlio di puttana”, l’altro relativo a un gruppo di profughe e lavoratrici clandestine in Libano. Il ragazzo, di cui il film ricostruisce in flashback la vicenda, è Zain (Zain Al-Rafeea). Fattorino di tossici, abbandonato dai genitori, segue con amore sua sorella Zahar. Tra le processate c’è Rahil, una donna etiope, che decide di occuparsi di Zain facendogli fare da baby sitter di suo figlio quando lei va a lavorare. Molte dinamiche e personaggi ulteriori si intrecciano, avendo come filo conduttore l’immigrazione illegale, la falsificazione dei documenti, la speranza della fuga in Europa, che alla fine sembra aprirsi tra tante tragedie anche per il protagonista. Nella vita Zain è davvero un profugo siriano, che è riuscito a trasferirsi in Norvegia e ad avviarsi chissà con la sua famiglia ad una vita normale.

Il film si svolge – a tratti un po’ noioso e sfilacciato – tra pareti scorticate, sbarre di penitenziari, fumi e fumo, quartieri e negozi luridi, abbracci tra pezzi di umanità, scoppi di felicità subito contrappuntati da momenti di disperazione, come quella di molte donne che vi svolgono ruoli importanti (tra le quali la stessa regista Nadine Labaki, nella foto, che svolge il ruolo di un avvocato).

La scelta del titolo del film è spiegato dall’autrice come nato da un’espressione francese che designerebbe “… un villaggio biblico che è stato maledetto per essere troppo caotico, o qualcosa del genere. E poi abbiamo iniziato a usarlo per significare caos, inferno, disordine. Il titolo mi è venuto in mente ancor prima di cominciare a scrivere, quando ho iniziato a buttar giù i temi che mi ossessionano al momento: i diritti dei bambini e l’ingiustizia nei loro confronti, l’assurdità delle frontiere, del dover avere dei documenti per dimostrare la propria esistenza ecc. Ho buttato tutto giù e a un certo punto ho detto ‘questo è un gran Capharnaüm, è l’inferno, viviamo all’inferno'”.

Cafarnao è comunque secondo la tradizione neotestamentaria un villaggio di pescatori della Galilea, sul lago di Tiberiade, dove Gesù andò a vivere e svolse parte della sua predicazione e dei suoi miracoli.

Giovanni A. Cecconi

Professore di storia romana e di altri insegnamenti di antichistica all'università di Firenze. Da sempre appassionato di cinema, è da molti anni attivo come blogger su alleo.it per recensioni, riflessioni, schede informative, e ricordi di attori e registi. È stato collaboratore di Agenzia Radicale online e di Blog Taormina. Ama il calcio, si occupa di politica e gioca a scacchi, praticati (un tempo lontano) a livello agonistico, col titolo di Maestro FIDE.