27 Luglio 2024
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Carburante acqua nucleare

E’ notizia di questi giorni: un progetto di ricerca internazionale sulla fusione nucleare. Il combustibile individuato per sviluppare il progetto e che viene indicato come “facilmente reperibile e inesauribile” sarebbe l’acqua! La qual cosa ci suscita alcune perplessità, se pensiamo all’emergenza idrica nazionale della scorsa estate, dovuta a un anno, il 2017, estremamente siccitoso. Ma ci inquieta se ascoltiamo le notizia che arrivano dal Sudafrica, dove sembra che Città del Capo (Capetown) stia per finire l’acqua disponibile: è stata addirittura appuntata una data, il 12 aprile, come “Day Zero”, cioè il giorno in cui non ci sarà più acqua disponibile a sufficienza per i 4 milioni di abitanti.
Ma vediamo che il progetto di fusione nucleare eccita Enea e varie regioni della nostra penisola. Infatti,
sono nove i siti candidati per ospitare il più grande polo nazionale di ricerca sulla fusione nucleare con il super laboratorio Dtt (Divertor Tokamak Test facility), la macchina sperimentale da 500 milioni di euro destinata a fornire risposte chiave sulla fattibilità scientifica e tecnologica della fusione nucleare, la forma di energia che riproduce i processi interni alle stelle. Al 31 gennaio, data di scadenza del bando promosso da Enea, avevano risposto presentando formale candidatura Abruzzo, Campania, Emilia Romagna con un sito in tandem con la Toscana, Lazio, Liguria (con due siti), Piemonte, Puglia e Veneto.
“Adesso si apre la fase della valutazione, attraverso un percorso pubblico di massima trasparenza e partecipazione, per individuare l’area che, sulla base di criteri oggettivi e di analisi costi-benefici, presenta le migliori caratteristiche tecniche, scientifiche ed economiche”, afferma in una nota il presidente dell’Enea, Federico Testa.
La Commissione di esperti, che dovrà esaminare le proposte e valutarne la rispondenza ai requisiti del bando, sarà presieduta dall’ingegnere Alessandro Ortis, ex direttore generale del Ministero dell’Industria, già presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas e vicepresidente dei Regolatori europei.
Con un investimento di circa 500 milioni di euro, si stima che la Dtt potrà avere un ritorno nel tempo sul territorio ospitante di circa 2 miliardi di euro e impiegherà oltre 1.500 addetti, tra diretti e indotto, per rispondere ad alcune delle maggiori sfide della fusione: gestire i grandi flussi di potenza prodotti dal plasma combustibile e testare nuovi materiali, come i metalli liquidi, a prova di temperature elevatissime. Lo scopo finale della ricerca è mettere al servizio del pianeta la stessa fonte di energia che alimenta il sole e le stelle, grazie all’impiego di un combustibile inesauribile e facilmente reperibile: l’acqua.