19 Aprile 2024
Different

Ciao bimbo. Ciao vecchio. (A Lionello Massobrio)

Ciao Bimbo, mi ha detto qualche giorno fa. Era ancora una cavo d’acciaio, solo quello, 33 chilogrammi tra ossa e pelle.
Che fai, ti commuovi? No. Ma tra le poche cose che so, so di sapere molto di un vecchio Leone.
Un cavo d’acciaio, dicevo. L’ àncora distesa per il volo di una mongolfiera. Ho nelle orecchie la sua voce stonata, stridente, acuta. Che fai ? Vieni si va.
Rodolfo mi guardava, le mani tradivano la mia e la sua emozione. Mi piantò lo sguardo addosso e poi disse: vai. Andai con Lionello in boschi lontani, Burraco di Chipango. Zona B. In Angola. Che c’è. Niente. La lotta di liberazione.
Randi camminava sempre davanti a noi. Un popolo e i suoi fucili. Pesce secco, latte in polvere, banane, manghi e manioca. Lionello si allontanò dal quadrato di tende e tornò trascinando per la coda un rettile. Un iguana gigante, un coccodrillo piccolo, i camarade dicevano che aveva ammazzato un Dio. Ma poco dopo gli fu tolta una sacca di fiele che avrebbe reso la carne immangiabile. Un pentolone, tanta cipolla, spezie secche e patate. Lionello era davvero felice, si vedeva e si sentiva e ne rideva a squarciagola.

L’ho conosciuto che aveva i capelli lunghi sul collo, le camice di seta, la pelliccia di un Orso, la MG rossa che tutti ricordano decappottabile, ma la capote era rigida.
Era aperta la sua casa, a disposizione i suoi sigari e il vino. Tutto quello che aveva era quello che si giocò saltando sul carro di quelli che la Rivoluzione, si dice, preferivano perderla. Tutto per un giornale.
Tutto il tempo che gli è restato e che non finisce così, oppure si.
Ciao Vecchio.