13 Ottobre 2024
Movie

Eulogia laica di Michel Piccoli (1925-2020)

Ho sempre apprezzato tantissimo, forse senza mai amarlo veramente, Michel Piccoli. Poco di spettacolare nella sua recitazione, così sobria, persino un po’ fredda, a volte torbida, a volte punteggiata da momenti di estrosità brillante, e di genialità surreale sempre presentate con caratteristica flemma. Lo ricordo spesso inserito in cast di co-protagonisti di altissimo livello, tra i quali si distingueva anche per il semplice fatto di esserci, di attirare l’attenzione su di sé come nei gruppi siamo colpiti da chi è taciturno e schivo senza ostentarlo, perché la riservatezza è naturale. Le sue partecipazioni furono sempre garanzia, almeno nei lunghi decenni della sua maturità attoriale, di qualità. Insomma si poteva andare a vedere un film con Piccoli e non si correva il rischio di prendersi la fregatura. Piccoli del resto, che non aveva agenti, sceglieva con attenzione le sceneggiature cui regalare la sua presenza e quelle da scartare e tendenzialmente scartava i prodotti commerciali.

Nato a Parigi il 27 dicembre 1925, aveva addentellati familiari ticinesi più che italiani in senso pieno. Piuttosto, legami professionali e di amicizia privata lo hanno fortemente collegato all’Italia: interprete di culto di Marco Ferreri, amico di alcuni dei massimi interpreti del cinema italiano, da Mastroianni a Tognazzi. Probabilmente Ferreri era amato da Piccoli per la sua vena dissacratoria e per l’humor grottesco, per la sua critica alla società del benessere borghese, che era uno dei bersagli prediletti dell’ancor più grande cineasta con il quale Piccoli ha avuto molti ruoli importanti, ossia Luis Buñuel.

Piccoli ha finito pochi giorni fa, colpito da un ictus, il suo lungo percorso di vita. Diventato decano del cinema mondiale, aveva partecipato a oltre trenta film una volta compiuti i 70 anni, per un impressionante totale di quasi 180 lungometraggi. Socialista militante, ateo dichiarato (pare a seguito del suo incontro con Buñuel) amato dalla sinistra intellettuale più strutturata (intellighenzia del PCI, da noi, negli anni Settanta e Ottanta), amico come siè accennato del cinema mediterraneo meridionale, sguardo profondo come la sua progressiva stempiatura che nulla ha tolto al suo fascino, ebbe la Palma d’Oro come migliore attore nel 1980 per Salto nel vuoto di Marco Bellocchio, nel quale interpreta il ruolo di un giudice tormentato, e dei rapporti sofferti e ambigui con la sorella. Si sposò nel 1966 con Juliette Gréco ed ebbe una storia importante con Romy Schneider che descriveva con eleganza in un’autobiografia uscita nel 2015 così: «Abbiamo avuto entrambi la debolezza di lasciarci andare a dei gesti non sempre onesti, ma che non hanno mai distrutto l’amicizia che nutrivamo l’uno per l’altra». Piccoli fu anche interprete di teatro, produttore e regista.

Michel Piccoli è stato, dunque, tra i massimi attori del XX secolo e degli inizi del XXI quando ancora ha recitato ad alti livelli con registi del calibro di Anghelopulos, Ioseliani, Moretti (fu, ottantacinquenne, il papa di Habemus papam, 2011) e a più riprese col grande maestro del cinema portoghese, Manoel de Oliveira.  Tra le altre sue interpretazioni, ve ne sono di indimenticabili, raramente scisse dal pregio del film. Divenne famoso grazie a Il disprezzo di Godard (1963, si veda sopra l’immagine), un buon film che deve peraltro molto alle grazie capresi della ninfa Brigitte Bardot. Ma poi come non ricordare (per limitarsi al duo registico Buñuel-Ferreri), Diario di una cameriera (1964), Bella di giorno (1967), Dillinger è morto (1969), Il fascino discreto della borghesia (1972),  La grande abbuffata (1973), Il fantasma della libertà  (1974/1975)?

Proponiamo qui un nostro DECALOGO ULTERIORE DI IMPERDIBILI PICCOLIANI, nella consapevolezza che rimarranno esclusi molti importanti lavori.

In rigoroso ordine cronologico:

La selva dei dannati (L. Buñuel, 1956)

Lo spione (Le doulos, J.-P. Melville, 1962)

La guerra è finita (A. Resnais, 1966)

Les créatures (A. Varda, 1966)

Diabolik (M. Bava, 1968)

Topaz (A. Hitchcock, 1969)

L’udienza (M. Ferreri, 1971)

Life Size (L.G. Berlanga, 1974)

Milou a maggio (L. Malle, 1990)

La belle scontrosa (J. Rivette, 1991)

Per la filmografia completa, incredibile:

https://it.wikipedia.org/wiki/Michel_Piccoli

Si veda anche l’eccellente articolo di Sandrine Marques (Le Monde): https://www.lemonde.fr/disparitions/article/2020/05/18/l-acteur-michel-piccoli-est-mort_6040024_3382.html

Infine un brevissimo estratto da La grande bouffe:

Giovanni A. Cecconi

Professore di storia romana e di altri insegnamenti di antichistica all'università di Firenze. Da sempre appassionato di cinema, è da molti anni attivo come blogger su alleo.it per recensioni, riflessioni, schede informative, e ricordi di attori e registi. È stato collaboratore di Agenzia Radicale online e di Blog Taormina. Ama il calcio, si occupa di politica e gioca a scacchi, praticati (un tempo lontano) a livello agonistico, col titolo di Maestro FIDE.