27 Luglio 2024
Words

Erdogan: irricevibile!

Uno scontro così duro tra Parigi e Ankara non si era ancora visto. Nel giro di 48 ore il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dato del matto – per due volte – a Emmanuel Macron. Lo ha invitato a sottoporsi a «controlli mentali». Lo ha accusato di fomentare l’odio contro l’Islam. Si è spinto ad affermare che i leader europei stanno trattando i musulmani nello stesso modo in cui hanno trattato gli ebrei. Infine, ha chiesto di boicottare i prodotti francesi.

Il «Sultano piromane», come lo ha definito «Le Monde», l’uomo che «sta moltiplicando i conflitti all’esterno per apparire ai suoi concittadini come l’artigiano di una nuova potenza ottomana», è partito a testa bassa per la sua guerra santa contro la Francia. Non gli sono piaciute le frasi di Macron in difesa della laicità e della libertà di espressione, la sua volontà di combattere le correnti islamiche radicali, il suo elogio di Samuel Paty (il professore decapitato da un islamista ceceno) divenuto oggi «l’incarnazione dei valori della Repubblica». La risposta di Macron è stata duplice: ha richiamato a Parigi l’ambasciatore francese in Turchia e ha stigmatizzato «l’assenza di condoglianze da parte del presidente turco, a differenza da tanti altri capi di Stato, in seguito all’assassinio di Paty». A quest’ultima critica la Turchia ha messo rimedio ieri con dieci giorni di ritardo: «Condanniamo fermamente il mostruoso assassinio di Samuel Paty e rifiutiamo questa barbarie», ha detto il portavoce della presidenza turca Ibrahim Kalin.

La UE e i leader europei dalla Merkel a Conte hanno duramente censurato l’atteggiamento di Erdogan: «Le parole contro il presidente Macron sono inaccettabili. Le invettive personali non aiutano l’agenda positiva che l’Ue vuole perseguire con la Turchia. Al contrario, allontanano le soluzioni. Piena solidarietà al presidente Emmanuel Macron», ha commentato in un tweet il premier Conte. Lo stesso aggettivo “inaccettabile” è stato usato dalla cancelliera tedesca.
Significativo in Francia l’invito di Mohammed Moussaoui, presidente del Conseil français du culte musulman, a difendere «gli interessi della Francia, grande paese in cui i musulmani non sono perseguitati».

In Pakistan infine è stato convocato l’ambasciatore francese. Quali conseguenze potrebbe avere il boicottaggio dei prodotti francesi in Turchia? Non tante: i consumatori turchi potranno difficilmente fare a meno delle esportazioni francesi di componenti dell’aeronautica, della siderurgia e del mercato automobilistico. Quanto all’agroalimentare, molto è prodotto in loco: per esempio i formaggi e i latticini della Danone sono fabbricati utilizzando latte al 100 per 100 turco. Il presidente del Medef (la Confindustria francese) ha comunque lanciato un invito a «resistere» al ricatto: «I nostri valori – ha detto il presidente Geoffroy Roux de Bézieux – vengono prima del business».

[tratto da La Nazione – di Giovanni Serafini]