19 Aprile 2024
Words

Polonia, UE: prima i bianchi

Erano quelli che tenevano al gelo migliaia di profughi siriani, migliaia di bambini. Sono quei Paesi che prendono i soldi dall’Unione Europea, ne fanno parte ma con tanti distinguo, non riconoscono i minimi diritti civili, abbattono il costo del lavoro a prezzi da fame e così distruggono dall’interno l’economia europea. Questi Paesi (ex Patto di Varsavia) hanno spinto l’UE a provocare la Russia, proponendo all’Ucraina di entrare nella NATO.
Ancora oggi si dimostrano nazioni illiberali e autocrazie, come la Russia che vorrebbero criticare. Ecco la notizia.

“Mio nipote, El Fakri Soufiane, cittadino del Marocco è stato respinto alla frontiera tra Ucraina e Polonia. Dopo varie peripezie, con tutta la documentazione, stava tentando di fuggire dall’Ucraina ed entrare in Polonia per prendere un aereo e tornare a casa. Lui studiava  in Ucraina  e ora da tre giorni si trova a Medyka, città di confine. E’ un dramma nel dramma nella scala della disumanità”. Questa la denuncia su Twitter di Fiorenza Marcelli in merito ad “atti discriminatori e razzisti” che si starebbero verificando al confine tra Polonia e Ucraina ai danni di rifugiato africani. “Stanno dividendo profughi di serie A e di serie B. È una vergogna”, continua. Sentita dall’ANSA la donna spiega che “come ascoltato su alcuni mass media italiani la Polonia fermerebbe i cittadini extracomunitari giustificandosi con la necessità di fare più controlli per scongiurare l’entrata nel Paese di clandestini che si vogliono introdurre in Europa, ma è una vergogna”. “Posso soltanto immaginare per quanto tempo queste persone saranno bloccate in un limbo. Un dramma nel dramma nella scala delle disumanità”, conclude la donna. Le denunce di razzismo si stanno diffondendo di ora in ora su Twitter e sugli altri social sotto l’hashtag #AfricansinUkraine.

Tra i due Stati, in un lembo di terra lungo oltre 370 chilometri, si stanno riversando migliaia di cittadini in fuga dalle esplosioni e dai bombardamenti dell’esercito russo. I primi post e video di denuncia sono comparsi ieri sul profilo Twitter della dottoressa Ayoade Alakija, inviata speciale dell’Oms per l’emergenza Coronavirus. Nelle immagini dei video pubblicati su Twitter si vedono africani, in fuga insieme a centinaia di migliaia di ucraini, davanti ai fucili puntati della polizia di confine che decide chi far entrare e chi no in Polonia, e quindi in Unione Europea. Sul tema, smentito dall’ambasciatrice polacca in Nigeria, le autorità del Paese africano hanno sollecitato i funzionari governativi polacchi alla frontiera di trattare in modo uguale tutti i profughi e i richiedenti asilo provenienti dalle città ucraine. “Ci sono spiacevoli rapporti su poliziotti e membri del personale di sicurezza ucraini che rifiutano ai nigeriani il permesso di salire su bus e treni verso il confine Ucraina-Polonia”, ha detto in un comunicato Garba Shehu, consigliere presidenziale nigeriano. “In un video che sta circolando ampiamente sui social media, una madre nigeriana con il figlio piccolo è stata filmata mentre è fisicamente forzata a lasciare il posto a un’altra persona”, ha aggiunto. L’ambasciatrice polacca in Nigeria, Joanna Tarnawska, ha però smentito gli atti discriminatori:”Tutti ricevono uguale trattamento. Posso assicurare che ho rapporti sul fatto che alcuni nigeriani hanno già attraversato il confine della Polonia”, ha spiegato ai media locali.

[tratto da ANSA]