20 Aprile 2024
Words

Elezioni: le carte del mazzo

Ci sono almeno tre aree da considerare in questa campagna elettorale. La prima area è quella degli indecisi, delusi, scettici, disinformati, annoiati, esclusi dalle logiche della società della comunicazione – oggi telematica e politica insieme. Questa prima area è molto tentata dal non-voto. Comprende molti giovani: e ha una percentuale stimata del 40% relativa al totale degli italiani votanti. In questa congerie di cervelli e di sentimenti esiste anche una intera generazione (i cosiddetti Neet) che vive non studiando e non lavorando – sono tutti sotto i 22 anni, non sono scolarizzati o se lo sono rappresentano la parte più rilevante di quel tanto investigato “malessere sociale” che cova in ogni istituto d’istruzione.

Per quanto riguarda la seconda area facciamo un paragone: vincere queste elezioni (a causa del calore estivo e dello scarso interesse – endemico, ormai – verso le cose della politica) sarebbe come sfondare un muro con una Ferrari, le cui prestazioni sono al 3%. Perché proprio una Ferrari? Perché tutto sommato, lo “stato delle cose” riguardante il Paese è abbastanza performativo e solido (l’Italia ha saputo reagire alla pandemia e sta prendendo misure adeguate rispetto alle conseguenze economiche della guerra Russia-Ucraina). Ma, nello stesso tempo, abbiamo una macchina che è al 3%: i rincari degli alimentari ci costeranno circa 794 euro/anno in più a famiglia. I prodotti che sono rincarati di più non sono quelli superflui o voluttuari, ma per esempio il latte (passato a oltre due euro al litro). Il “governo dei migliori” ci ha lasciato in eredità altri 46 punti da raggiungere rispetto a quelli stabiliti dalla UE (che in origine erano 55) per ricevere una tranche del Pnnr.

Dunque, a chi passerà Draghi la campanella? Drupi cantava: “Sereno è/Rimanere a letto ancora un po’/ E sentirti giù in cucina che/ Già prepari il mio caffe”…

Sereno è Enrico Letta. Come spiegava il cantastorie abruzzese Roppopó: “E thinghe tinghe e tinghe stà campanella tinghe/ E tinghe e tinghe e tà stà campanella faceme sonà”: per chi suona la campanella?

Per chi suonerà? Enrico Letta (terza area) ha le idee chiare: diritti e ambiente al primo posto sono tra le priorità del Pd. Certo, c’è un contesto internazionale che non deve essere sottovalutato. Che cosa è successo? L’Ucraina – per una ragione o per l’altra: è stata invasa; questa invasione ha portato alla guerra, la guerra ha portato ad alcune sanzioni alla Russia da parte dell’Occidente, queste sanzioni hanno condotto la Russia a limitare il flusso del gas da cui dipende l’Europa, questa limitazione ha comportato la messa in campo di misure – da parte dei governi europei – per contenere il prezzo delle bollette. Sembra una partita di domino, ma in realtà tutto questo ricade alla fine sui cittadini: un abruzzese, un lucano, un laziale non sanno nulla delle motivazioni della guerra in Ucraina ma si vedono costretti a pagare bollette spropositate. E ancora di più: un toscano, un emiliano, un campano non c’entrano nulla col fatto che la Russia ha limitato in gas in Europa ma ne pagano e ne scontano le conseguenze.

Dunque, si diceva una Ferrari e un muro. E poi gli italiani, che sono chiamati a far fronte rispetto a due cose: aumenti indiscriminati e voto politico del 25 settembre. Troppo? Enrico Letta è sereno: i giovani seguiranno il Pd secondo lui, anche i Neet, anche i Nerd, anche i Tiktoker E “tinghe tinghe e tinghe” la campanella (e il riavvio del motore del Paese) suonerà anche questa volta.

“Sereno è/Rimanere a letto ancora un po’”: esatto! Non deve rimanere a letto l’Italia, ma deve pronunciare un discreto stai sereno prima di tutto l’Europa, poi il fronte atlantico, l’Occidente, la globalizzazione economica. La geopolitica intera.

Enrico Letta ha capito tre cose: 1) la partita elettorale si gioca ancora una volta contro il sovranismo; 2) esistono disastri globali (pandemie, guerre, crisi economiche ecc.) rispetto alle quali gli italiani ne stanno pagando e le conseguenze; 3) la partita non è a buon punto ma non è persa definitivamente, perché presunti non votanti, ragazzi e ragazze, e un certo malessere diffuso (che non necessariamente è destinato a venire intercettato dal populismo) potrebbero ancora scompaginare le carte del mazzo.

Gianfranco Cordì

Gianfranco Cordì (Locri, 1970), ha scritto dodici libri. E' dottore di ricerca in filosofia politica e giornalista pubblicista. Dirige la collana di testi filosofici "Erremme" per la casa Editrice Disoblio Edizioni. Dirige le tavole rotonde di filosofia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria.