2 Maggio 2024
Movie

Considerazioni su social e cinema secondo Tsai Ming-Liang

Riportiamo qui una intervista ANSA a cura di Francesca Pierleoni al regista Tsai-Ming-Liang, sul rapporto tra social e cinema.
(ANSA) – LOCARNO, 03 AGO – I musei “potrebbero diventare fortezze per i film. Sono già considerati espressioni artistiche di immagini, e quindi potrebbero quindi diventare nel futuro una
catena cinematografica dove proiettare film che abbiano una visione artistica, che siano differenti”. E poi nei musei “sono molto più tolleranti verso la diversità”. Parola di Tsai Ming-Liang, Pardo alla carriera Ascona-Locarno Turismo alla 76/a edizione del Locarno Film Festival (2-12 agosto).
Il cineasta malese naturalizzato taiwanese, classe 1957, è una delle figure simbolo della seconda ondata del nuovo cinema di Taiwan e tra i principali autori del cinema internazionale degli ultimi 30 anni. Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1994 con Vive l’amour e vincitore al Lido nel 2013 del Gran premio della Giuria con Stray Dogs, già da diversi anni alterna ai lungometraggi (l’ultimo è del 2020, Days) opere in formati diversi (virtual reality compresa) per i musei di tutto
il mondo. “Ci sono molti modi di vedere i film oggi, sui computer, su schermi piccoli, persino sugli aerei – aggiunge illustrando la sua idea -. Ma la vera domanda è come le persone faranno i film
in futuro? Le nuove generazioni hanno una formazione diversa: noi siamo cresciuti vedendo i film nei cinema, loro no e tengono molto meno all’estetica dell’immagine. Vogliono soprattutto
comunicare un messaggio, raccontare una storia. È anche uno dei motivi per cui vedo sempre meno film”. Il cinema narrativo le interessa ancora? “Sì voglio continuare a farne, ma i miei tempi si sono allungati. Poi sto vivendo i miei 60 anni e l’attore che è al centro di tutti i miei film, Lee Kang-Sheng è ancora cinquantenne. Aspetto che arrivi ai 60 per condividere con lui tutto ciò che ho capito” dice con humour. La preoccupa l’Intelligenza Artificiale, crede, come alcuni suoi colleghi possa distruggere la creatività? “Non mi preoccupa perché non la conosco per niente. Al ristorante ormai per ordinare si usa il qr code, e io non utilizzo neanche quello, mi faccio portare il menù di carta”. Nei suoi film Tsai Ming-Liang ha spesso raccontato la bellezza dello sguardo, degli spazi nel tempo, ma anche la solitudine, l’isolamento. Oggi con i social network siamo più connessi o più soli? “Decisamente più soli. Il nostro mondo ora è diventato lo smartphone. Puoi avere l’illusione di non esserlo, quando usi o giochi con il telefono ma in realtà trasmetti solo quanto tu sia solo alla persona accanto a te. Penso sia un problema serio, questa nuova tecnologia ci domina”. Pensa che lo sciopero degli sceneggiatori e attori a Hollywood avrà un impatto sul cinema a livello mondiale? “Non lo
so… Torna il tema della tecnologia, che preoccupa molti. È vero che può facilitarci la vita, ma non tutti sono in grado di andare a quel passo, me compreso”. (ANSA).

Giovanni A. Cecconi

Professore di storia romana e di altri insegnamenti di antichistica all'università di Firenze. Da sempre appassionato di cinema, è da molti anni attivo come blogger su alleo.it per recensioni, riflessioni, schede informative, e ricordi di attori e registi. È stato collaboratore di Agenzia Radicale online e di Blog Taormina. Ama il calcio, si occupa di politica e gioca a scacchi, praticati (un tempo lontano) a livello agonistico, col titolo di Maestro FIDE.