27 Luglio 2024
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Elezioni amministrative: lotta a tutto campo

Su La Repubblica: “Salvini: contro Giachetti meglio Raggi”, “Il leader della Lega sceglie nell’ipotesi di un ballottaggio a Roma tra 5 Stelle e centrosinistra. Oggi al Consiglio di Stato l’ultima chance per Fassina, già ai ferri corti con Sel: scambi d’accuse sul pasticcio delle firme irregolari”.

Ancora su La Repubblica: “De Magistris tra due renziani e il Pd sparisce dai rioni operai”, “Il sindaco arancione cerca il bis in una città sempre più affamata di lavoro dove i clan tornano a sparare. La dem Valente aiutata dai verdiniani contende il podio del ballottaggio al forzista Lettieri, che strappa Lanzetta alla sinistra”. Ne scrive Concita Sannino da Napoli.

Su La Repubblica: “Grillo, gag e polemiche sul sindaco musulmano. ‘Vedrete se si fa saltare…'”, “Nello show a Padova preso di mira Sadiq Khan, eletto a Londra. Il Pd accusa: razzismo che fa tremare i polsi”. In basso, in un’intervista, Manlio Di Stefano, deputato M5S, dice: “Ma Beppe non è xenofobo, sono battute per lo spettacolo”.

Su La Repubblica: “Pizzarotti pronto a far causa per il simbolo del movimento”, “In caso di espulsione vuole continuare ad usarlo, i legali al lavoro. Applausi al comizio nel paese dove si candida il padre” (è la città di Castellarano, in provincia di Reggio Emilia). Ne scrivono Annalisa Cuzzocrea e Caterina Giusberti.

Al M5S è dedicata anche la riflessione di Nadia Urbinati su La Repubblica: “Il M5S e la retorica della purezza” (“La virtù politica si manifesta e si concreta -scrive- nel mettere in conto le contaminazioni che il potere può comportare e quindi nel correre ai ripari con misure che prevengano, contrastino e reprimano”).

 

Su La Stampa, pagina 2: “Prove di alleanza anti-Renzi. Salvini: pronti a votare Raggi”, “Il leghista: se al ballottaggio a Roma va Giachetti, appoggiamo il M5S”. Ne scrive Amedeo La Mattina. A pagina 3 l’inviato a Parma Jacopo Jacoboni: “‘Sì al dialogo’, la tentazione dei Cinque Stelle”, “Di Maio sceglie la linea possibilista: porte aperte agli elettori di destra, ma no all’alleanza contro il sistema. Per il secondo turno possibile sostegno del Carroccio a Roma e Torino in cambio di voti grillini su Parisi”, il candidato del centrodestra a Milano.

E per restare a Milano, segnaliamo un’analisi di Giovanni Orsina: “Laboratorio Milano, Parisi ora prova a contenere le spinte dei populismi”, “Al Nord la Lega è ancora di governo. Ma al centrodestra manca un leader”. Scrive Orsina che la conciliazione tra destra e centrodestra può avvenire solo sul terreno mediano del senso comune: non a caso Stefano Parisi sta facendo una campagna elettorale dai toni moderati e “se si ricompattasse intorno al senso comune e all’esempio milanese, la destra saprebbe rispondere alla concorrenza del M5S”, che prospera, al pari della Lega, “nello spazi tra l’establishment e i cittadini qualunque. E potrebbe reggere il confronto con Renzi”.

Federico Geremicca in prima su La Stampa scrive che la sortita del leader leghista “piuttosto che un annuncio a sostegno del partito avvertito come il più vicino”, sembra “un nuovo capitolo della guerra sorda in atto tra le due maggiori forze anti-establishment del panorama politico italiano”.

 

Sul Corriere della Sera: “Salvini: tra Giachetti e Raggi voto lei”, “‘Ma nella Capitale al ballottaggio andrà Meloni’. Storace lo incalza: e se c’è Marchini cosa fai? Renzi incontra lo sfidante Pd. Oggi il verdetto sulla esclusione di Fassina, polemiche in Sel”.

Ancora sul Corriere della Sera, intervista al candidato del centrosinistra a Milano Giuseppe Sala, che dice: “Milano conti di più a Roma. Meglio un sindaco vicino al governo”, “Torniamo al federalismo fiscale”, “Una città che vive sull’apertura al mondo non può essere governata dalla Lega”, “Se verrò eletto sindaco sicuramente celebrerò le unioni civili, ci sono già alcune coppie che si sono prenotate con me”.

Sul Corriere della Sera, attenzione per il sindaco di Parma Pizzarotti dopo l’avviso di garanzia per abuso d’ufficio e la sospensione dal M5S: “M5S, nuove crepe. Pizzarotti contrattacca”, “Pubblica l’avviso di garanzia e dice: ora tocca a voi. In piazza a Castellarano con il padre candidato. L’ipotesi di altri addii. La senatrice Bulgarelli: ci siamo trasformati in un partito padronale”. E sulla stessa pagina, intervista a Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e membro del direttorio del M5S, che dice: “Non ho il potere di decidere sospensioni. E’ Beppe il garante del Movimento”.

Alla pagina seguente, intervista al sindaco M5S di Livorno Filippo Nogarin, anche lui raggiunto da un avviso di garanzia: “Mi dimetto da primo cittadino se c’è un rinvio a giudizio”. E su Piazzarotti: “Non ho scaricato Federico. E’ un bravo amministratore”, “Io mi ispiro a Gandhi, è una figura ideale, cerco di seguire il suo insegnamento”.

 

Il Fatto Quotidiano: “Neanche Salvini crede alla Meloni sindaco: ‘Al ballottaggio di Roma voto la Raggi”, “Il leader della Lega già sul carro della grillina. Oggi verdetto finale su Fassina”.