27 Luglio 2024
Culture Club

La verità su #sanremo2019

Vorrei dire a Mara Venier che: o sono “solo canzonette” o è “lo specchio del Paese”.
Mai una volta che ci mettiamo d’accordo sui fondamentali. L’Italia è così: è tutta una chiacchiera e un post, un vaffanculo e una carezza (in un pugno però)…

Dopo SanRemo servirebbe SanFlaiano, quello che diceva che la situazione è grave ma non è seria. Sì, perché gli italiani sono uno dei pochi popoli che parla di Sanremo come se fosse una guerra, mentre parla di una guerra commerciale (quella in corso con la Francia – che lo si voglia o no esiste) come fosse una barzelletta. Non c’è scampo alla nostra idiozia. Ci si potrebbe rimettere l’orologio.

Ora, passate le polemiche e rassodate le convinzioni, possiamo finalmente dire la verità. E la verità è che il trio dei finalisti faceva venire voglia di piangere. Ha vinto la migliore canzone delle tre, per motivi ancora oscuri… Ultimo è incazzato nero e non gli passerà mai (vuoi vedere che farà come Mina dopo la prima e unica apparizione sul palco sanremese?). Quelli de Il Volo sono ancora lì a fregarsi le mani: dove lo trovano un Paese dove con un pezzo così li portano pure in televisione… Mahmood incassa a destra e a manca.

Tutto il resto sono politica o misericordia. Sono politica i discorsi sulla canzone di Daniele Silvestri, sono misericordia i discorsi sulla vittoria “restitutiva” per Loredana Bertè. Perché alla fine Sanremo è uno spettacolo per la tv, dove Claudio Baglioni è riuscito a rendere protagonista anche tanta musica della tradizione italiana, quella musica che la Rai ci ha fatto sorbire nel corso dei decenni dal dopoguerra a oggi. E già solo per questo il festival della canzone italiana ha mantenuto fede veramente alla sua “mission”.

 

Per le canzoni in gara, invece, sappiamo tutti com’è andata. È che non ce lo vogliamo dire, per opportunismo o per vigliaccheria, per autocensura o per snobismo.
Il testo di Sanremo dove c’è dentro tutto (i migranti e Salvini, la nostalgia e la disillusione, la rabbia e la paura, la passione e il coraggio) lo sappiamo tutti qual è: quello dei Negrita. Ascoltate la canzone, fatevi il segno della croce rock’n’roll e andate in pace.
La canzone di Sanremo perfetta, quella col giusto appeal radiofonico lo sappiamo tutti qual è: quella di Paola Turci. Ascoltate la sua grinta, la melodia e il timbro, fatevi il segno della croce pop e andate in pace.
La novita di Sanremo che porta una ventata fresca lo sappiamo tutti qual è: quella di Achille Lauro. Ascoltate il testo, la fregnaccia della sua attitudine vocale, fatevi il segno della croce rap/trap e andate in pace.
Peraltro i tre sono stati anche i “duetti” migliori in assoluto: Negrita con Enrico Ruggeri e Roy Paci, Paola Turci con Beppe Fiorello, Achille Lauro con Morgan.

Tutto il resto è noia.