13 Ottobre 2024
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Spreco alimentare casalingo

Lo spreco alimentare è un tema che negli ultimi anni sta toccando sempre di più le nostre coscienze. Il divario fra i vari paesi del mondo riguardo alla disponibilità di cibo è ormai fuori controllo e sotto l’occhio di tutti, come lo è la quantità di alimenti che ogni giorno vengono comprati, non consumati e buttati.

È capitato a ognuno di noi di trovarsi in un ristorante, bar o supermercato e di notare del cibo commestibile nella spazzatura; quante volte ci siamo chiesti che fine farà il pasto non consumato in un reparto ospedaliero, o gli alimenti avanzati negli sfarzosi apericena dei lounge bar?

La risposta purtroppo è scontata: 15 miliardi di euro di cibo finiscono nella spazzatura ogni anno, lo 0,88% del Pil italiano. Leggere questi dati scatena diverse reazioni, c’è chi si arrabbia, chi si indigna, chi grida “vergona”.. tutto lecito, perché sono numeri sconcertanti che non vorremmo e non dovremmo mai sentire.

Quello che però non sappiano (o non vogliamo sapere) è che secondo Rapporto 2019 Waste Watchers e Last minute Market, presentato il 4 Febbraio 2019 alla Fao, l’80% dello spreco alimentare avviene all’interno delle mura domestiche. In cima alla classifica dei cibi più “sprecati” ci sono pane e verdure fresche, ma pesano anche bevande analcoliche, legumi, frutta fresca e pasta. Un comportamento che porta le famiglie italiane a buttare 12 miliardi di euro di cibo, ossia 2,4kg ogni mese a famiglia.

 

Questi numeri non devono farci disperare, ma solo riflettere; riflettere su quanto effettivamente il singolo individuo possa ancora fare la differenza. In un mondo in cui troppo spesso ci sentiamo disarmati e impotenti davanti al potere dei “grandi della terra” (industrie, multinazionali, politici etc.), forse il “piccolo” può e deve fare ancora la differenza.

Iniziamo allora a mettere in pratica ogni giorno piccole attenzioni che alla lunga possono avere grandi conseguenze:

  • Ricordiamoci di fare sempre un check della dispensa prima di fare la spesa, così eviteremo di comprare del cibo che già avevamo in casa e che magari è finito nascosto in fondo allo scaffale
  • Abbiamo preparato cibo in abbondanza? Mangiamolo al pranzo o alla cena del giorno successivo, oppure congeliamolo per mangiarlo quando ne avremo più voglia
  • Dotiamoci di tupperware (contenitori ermetici) di tutte le dimensioni, in modo da poter accogliere qualunque tipo di avanzo perché ricordiamoci che per essere consumati in un secondo momento i cibi devono essere conservati nel migliore dei modi, ovvero chiusi ermeticamente e lasciati nel frigorifero
  • Controlliamo sempre la quantità di cibo prima di cucinarlo, e se abbiamo un avanzo nel frigo assaggiamolo prima di buttarlo, perché se lo abbiamo conservato bene sarà ancora commestibile
  • Divertiamoci a creare ricette che sfruttino gli avanti del cibo (ad esempio nel periodo pasquale possiamo preparare tantissimi dolci che sfruttino gli avanzi delle uova e delle colombe pasquali)
  • Non vergognamoci più a chiedere una doggybag al ristorante (contenitore per portare via dai locali pubblici il cibo avanzato), solo in italia è una pratica ancora poco di moda, ma nel resto dell’Europa e soprattutto negli Stati Uniti è un’usanza molto conosciuta

Lo so che sembra uno slogan politico, ma cambiare è davvero possibile. Gli effetti della sensibilizzazione anti-spreco si stanno concretizzando: se consideriamo i consumatori, negli ultimi quattro anni si è passati da 1 italiano su 2 che gettava cibo nella spazzatura una volta al giorno, a uno su cento. A livello di filiera i numeri sono ancora migliori: Ogni anno viene recuperato oltre l’80% delle 9mila tonnellate di frutta e verdura invendute dagli 8 mercati ortofrutticoli all’ingrosso aderenti al marchio Qualità & Sicurezza rilasciato dal Sistema camerale, a Roma, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Verona, Cagliari e Lecce.

Possiamo fare ancora molto, ma siamo sulla buona strada.