27 Luglio 2024
Words

Lega e 5S, potere del vocabolario

Dice il Dizionario di filosofia di Nicola Abbagnano che il contratto è una «convenzione o una stipulazione» fra i membri che compongono una comunità. Dice lo Zingarelli 2014 che il contratto è: un «patto, accordo». Per «convenzione» dobbiamo intendere, sempre secondo Abbagnano, quel particolare tipo di configurazione secondo la quale «La verità di alcune proposizioni valide in uno o più campi è dovuta all’accordo comune e alla stipulazione (tacita o espressa) di coloro che si servono delle proposizioni stesse». Dice ancora Abbagnano che per «stipulazione» dobbiamo intendere: «L’atto di stabilire una convenzione; o la convenzione stessa». Lo Zingarelli 2014 alla voce «convenzione» riporta: «contratto, accordo» ma anche «intesa generale per la quale, in casi di arbitrarietà, si stabilisce di attribuire a un dato fenomeno o complesso di fenomeni determinate caratteristiche». Alla voce «stipulazione» leggiamo: «qualunque convenzione scritta nell’osservanza delle forme di legge».

Alla voce potere sempre lo Zingarelli 2014 scrive: «avere la possibilità di, essere capace o in grado di», ma anche «autorità suprema nell’ambito di una comunità o di uno Stato».

Da tutte queste definizioni emerge che il contratto pur avendo una base aleatoria alla fine nasce per un reciproco venirsi incontro delle parti. Mentre il potere è qualcosa di elevato, superiore, indipendente, assoluto: cioè secondo l’etimologia sciolto da ogni legame.

L’attuale governo che abbiamo in Italia si regge su un contratto fra i due partiti della Lega e del Movimento Cinque Stelle. Questo contratto ha sostituito i vecchi programmi di governo. Cos’è un programma? Dice lo Zingarelli 2014 che un programma è: un «esposizione, enunciazione di ciò che è necessario o che ci si propone di fare». Dunque nel contratto non c’è traccia di «ciò che è necessario» e neppure di ciò «che ci si propone di fare». Nel contratto c’è il contingente e, probabilmente, c’è traccia di ciò che, presumibilmente sarà possibile fare.

Sostituendo il necessario col contingente Lega e Movimento Cinque Stelle non hanno più dato peso alla politica ma al potere. Infatti il potere, in quanto suprema autorità, ha a che fare con la realtà nuda e cruda piuttosto che con la rappresentazione di essa. Se fosse schiacciato sul necessario: il potere non sarebbe quella entità metafisica che si occupa di ciò «che si propone di fare». Il potere può mettere in atto le proprie strategie, infatti, per far sì che ciò «che si propone» di fare diventi realtà effettiva senza passare per le maglie del programma. In sostanza il potere può fare ciò «che si propone di fare» attraverso un contratto. È infatti il contratto, in quanto stipulazione e convenzione, che garantisce il contingente.

Ma questo che cosa vuol dire?

Vuol dire che l’accordo fra Lega e Movimento Cinque Stelle è un accordo per il potere e non per la politica. La politica infatti ha a che fare con programmi di governo. E il potere invece ha a che fare con contratti di governo che, da Hobbes in poi, garantiscono la sua inimputabilità e la sua assolutezza.

Dunque, con Lega e 5 Stelle, siamo di fronte alla fine della politica…

Gianfranco Cordì

Gianfranco Cordì (Locri, 1970), ha scritto dodici libri. E' dottore di ricerca in filosofia politica e giornalista pubblicista. Dirige la collana di testi filosofici "Erremme" per la casa Editrice Disoblio Edizioni. Dirige le tavole rotonde di filosofia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria.