29 Aprile 2024
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Inutilità degli Oasis

Corrono i venticinque anni dalla pubblicazione di Definitely Maybe, il disco di debutto degli Oasis. La ricorrenza è marcata da nuovi gossip sui litigiosi fratelli Gallagher, l’ultimo dei quali è la nostalgia di Liam per la band e l’acrimonia nei confronti di Noel per averla, a suo dire, sfasciata. Decisamente, e senza forse, è l’ora di fare un bilancio su quel gruppo e quella temperie storica che oggi ha lasciato come erede il fantasma della Brexit. Nessuno dei brani di quel periodo è divenuto realmente un classico, e questo vale anche per i Blur che almeno, però, hanno saputo dissolversi con maggiore eleganza. Gli Oasis non rimarranno, come è successo per gli Smiths, e nemmeno godranno di rivalutazioni postume anche cultuali, come capiterà ai Pulp. Così come non diventerà un classico Tony Blair, che li invitò al 10 di Downing Street quando erano all’apice del loro successo. Intercettarono brevemente uno spirito dei tempi, ma senza nemmeno capirlo, senza marcarlo come un loro stile. Qualcuno saprebbe riconoscere la chitarra di Noel Gallagher in assenza di una didascalia? O la voce di Liam in qualche brano sconosciuto? In realtà, nessuno sa bene come possa essere capitato che gli Oasis, prima di deragliare, abbiano potuto infilare due album da record. Sono cose che capitano, ma non durano. È stato così per tanti persino per i Sex Pistols che almeno hanno saputo diventare storia, facendo persino dimenticare che suonavano o provavano a farlo. In tanti hanno passato buona parte del tempo a litigare, ma a qualcuno di loro, tuttavia, è toccato di diventare memorabile. Venticinque anni dopo, se non fosse per qualche triste rockoteca che continua a passarli, in pochi si ricorderebbero degli Oasis. Non mettere la tua vita nelle mani di una rock’n’roll band, per favore.