Posted On Gennaio 12, 2023By Riccardo VentrellaIn MusicShow
Non si può dire mai troppo celebrato quel variopinto universo britannico che produsse un humus blues di grande forza e rilevanza per lo sviluppo della storia del rock’n’roll, con così tanti intrecci generativi da non poterli ricostruire nemmeno tutti. Colpisce però che nell’imminenza dell’anniversario, il cinquantaquattresimo, dell’uscita del primo ellepì dei Led Zeppelin abbia lasciato questa vita Jeff Beck, vista l’inferenza mediante la quale si può passare dal suo Group alla band del vecchio sodale negli Yardbirds, Jimmy Page. È stato un seicordista ruvido, Jeff Beck, potente negli attacchi e
Read More Posted On Dicembre 28, 2022By Riccardo VentrellaIn MusicShow
Che bello tornare alla vita, che ci era sembrata finita. I grandi vincitori del 2022 musicale sono i concerti dal vivo, e lo diciamo con le parole di uno che concerti non ne fa più. Come se una comunità di castori avesse simultaneamente aperto tutte le sue dighe, i concerti hanno invaso il terracqueo globo raccogliendo genti a profusione: non uno che non sia andato esaurito. Così sembra aver avuto risposta una delle domande più pressanti della pandemia, ovvero che ne sarebbe stato del mondo dei live. A solo scopo
Read More Posted On Febbraio 24, 2022By Riccardo VentrellaIn MusicShow
La musica inglese degli anni Sessanta è stata soprattutto un serbatoio di voci: penso a Graham Bond, Roger Daltrey, Eric Burdon, più tardi a Plant e Rod Stewart. Gary Brooker era una di queste voci, “un tesoro del rock inglese che andrebbe onorato quotidianamente”, come ha scritto un amico – anche lui grande cantante – sui social ricordandolo. La voce di Brooker rimane sempre legata a quell’attacco fuori dal tunnel dell’organo, We skipped the light fandango, anche se nel tempo è stata molto altro. Viveva all’intreccio tra rock, blues e
Read More Posted On Febbraio 6, 2022By Riccardo VentrellaIn MusicShow
Pensavo nella giornata di sabato a come si giudichi un Festival di Sanremo riuscito. Più che ai numeri dell’audience, o ai passaggi in streaming, ritengo si debba fare riferimento all’aderenza allo Zeitgeist, il cosiddetto “spirito dei tempi”: quanto più Sanremo è rimasto aderente a questo spirito, tanto più è stato di successo. Si può ben dire che il terzo Festival dell’era Amadeus sia stato aderente allo Zeitgeist, nel rappresentare una fotografia abbastanza fedele del pop italiano: la migliore, forse, delle edizioni curate dal conduttore veronese. Vincono gli annunciati Mahmood/Blanco, con
Read More Posted On Febbraio 1, 2022By Riccardo VentrellaIn MusicShow
La domanda, ad ogni vigilia, è sempre la stessa: che Sanremo sarà? L’anno scorso, quantunque “in scatola”, mostrò scelte artistiche di buona qualità, e canzoni molto trasmesse e ascoltate. L’edizione che va a cominciare punta a ripetere quel risultato usando la stessa ricetta, una combinazione di innovazione e tradizione che può sconcertare chi non frequenta lo streaming ma è piuttosto comprensibile a chi cerchi di capire lo Zeitgeist la cui ricerca ha sempre fatto bene al Festival. La domanda, ad ogni vigilia, è sempre: chi vincerà? Il pronostico non può che
Read More Posted On Gennaio 20, 2022By Riccardo VentrellaIn MusicShow
A ognuno è concesso un ripensamento sulle proprie azioni. Tutti i grandi artisti hanno, in fondo, avuto un momento distruttivo e iconoclasta verso la propria opera. Chi ha distrutto quadri, chi ha infranto sculture, chi ha rinnegato romanzi, film, poesie e canzoni. A De Gregori, notoriamente, non piace il “disco della pecora”: che invece a me piace molto. Dopo quarant’anni, sembra che Bono Vox abbia diverse perplessità sulla produzione degli U2. Nemmeno il nome gli piace, sembra. Neanche la sua voce, soprattutto in Boy, il mitico disco d’esordio: che invece
Read More Posted On Novembre 1, 2021By Riccardo VentrellaIn MusicShow
Todd Haynes ha fatto molto per rappresentare il rock al cinema: sicuramente, con Cameron Crowe, è quello che negli ultimi venticinque anni ha fatto di più. In un certo senso, ne ha distillato i lati mitologici estraendoli da una semplice rappresentazione di una realtà – anche solo finzionale – per elevarli al ruolo di archetipi, da cui la realtà discende. Questo spiega la dissociazione picassiana di Dylan in I’m Not There, ad esempio, ancora di più che la ricostruzione glam di Velvet Goldmine. Velluto, appunto. Digressione. I Velvet Underground sono
Read More Posted On Settembre 9, 2021By Riccardo VentrellaIn MusicShow
Quando avevo diciassette anni, tornare indietro di trenta nella storia del rock significava arrivare direttamente a Bill Haley e Rock Around The Clock. Ora invece la misura è Nevermind: ma c’è stato, parafrasando Borges e Benigni, un tempo con e un tempo senza questo seminale album? Il 10 settembre Smells Like Teen Spirit incominciava la sua esistenza come singolo. Sui Nirvana mantenevo una posizione intermedia, di chi aveva apprezzato Bleach ma nemmeno troppo. Difatti, pur abitando a Bologna, non è che mi andasse molto di coprire la distanza che separava
Read More Posted On Agosto 25, 2021By Riccardo VentrellaIn MusicShow
Ci sono delle cose che, nel tempo, è stato difficile essere: uno dei dodici apostoli, ad esempio, o un ciclista dotato al tempo di Merckx. C’è modo e modo di interpretare una difficoltà ad essere in rapporto a qualcos’altro, perché in presenza di Merckx si può essere Gimondi, Fuente o un anonimo gregario. Non deve essere stato facile interpretare il ruolo di Charlie Watts per cinquantotto anni. Non un Keith Moon, eppure un gran virtuoso a suo modo. Non un Ringo Starr, ma dotato dello stesso profilo ironico e costantemente
Read More Posted On Giugno 21, 2021By Riccardo VentrellaIn MusicShow
Come diceva il Maestro Guccini, ammetto che mi son sbagliato – numerose volte, ma in particolare di questi tempi, lo scorso anno – a parlare di “musica sfinita”. Chissà perché, era un’impressione che mi ero fatto, basta probabilmente sulla fatica che io stesso sentivo e sul poco ascolto che davo alla musica. Oggi no, oggi sono preparatissimo sulla musica leggerissima. Oggi comincia la long hot summer, quella anticipata da un giro di basso con sincope e chorus, quella che “qualsiasi cosa faccio finirò per farti del male”. Le grandi marche
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