10 Novembre 2024
Words

Come prendersi il PD in 2 mosse

“Non sarà un partito tradizionale, sarà una casa”, ha detto il Matteobuono. Si porta dietro una trentina di parlamentari (venti deputati, dieci senatori circa) per contare di più sull’agenda del governo Conte bis. Tuttavia vedo un’ulteriore questione. Perché credo che questa del Matteobuono sia soltanto una prima fase del Risiko che ha cominciato a mettere in piedi. Infatti, non sono quelli andati via con Renzi a preoccupare, ma sono quelli che sono rimasti con Renzi nel PD. Loro sì, i veri fedelissimi (Guerini, Lotti, Marcucci). Della serie: come provare a prendersi un partito alla frutta in due mosse, stando un po’ dentro e un po’ fuori.
Sì, perché sul PD ha perfettamente ragione Renzi quando dice che “le liturgie di un PD organizzato scientificamente in correnti e impegnato in una faticosa e autoreferenziale ricerca dell’unità non funzionano più”. L’analisi non fa una piega: è esattamente così e nulla funziona in quel partito. Un PD distrutto dai suoi stessi dirigenti, Renzi compreso.
Così come Renzi ha ragione sul sistema politico italiano, dove la cosiddetta democrazia parlamentare fa incazzare metà dell’elettorato per quelli che una volta la stampa à-la-page avrebbe definito “ribaltoni”. Perché è innegabile che il sistema può far comodo, ma è arcaico e inutile ai fini di una democrazia efficace.
Ma a noi fa comodo urlare sempre allo spauracchio del regime. Cioè noi italiani innalziamo sulle ali dell’entusiasmo il leader, per ricacciarlo nella polvere dopo qualche tempo. Quello che non sappiamo fare è andare fino in fondo, prenderci le nostre responsabilità e pagarne, laddove ce ne fosse bisogno, le conseguenze. No, siamo carogne e ci piace così.

Nella vulgata della stampa italica c’è il Matteocattivo e c’è il Matteobuono. Quello cattivo è Salvini; quello buono Renzi. Questa è la visione della politica italica che conta nel mondo quanto uno scafo in balia delle onde nel Mediterraneo, cioè niente. Diamo la colpa a Salvini di essere gaglioffo e razzista, come davamo la colpa a Berlusconi di essere eversivo (senza regole) e puttaniere. Tutte qualità che sono ben rappresentate nella società italiana dai popoli italici. Come dire che i rappresentanti sono esattamente lo specchio dei rappresentati. Del resto la democrazia è proprio questo: la validazione del mediocre e la validazione dell’opinione sul dato di fatto. Da quando l’élite non ha più avuto modo di mantenere lo stato-pedagogico (la RAI pedagogica) tutto si è sciolto come lacrime nella pioggia. Oggi siamo di fronte a un acquazzone ripugnante che sta distruggendo piano piano tutte le basi che dovrebbero rendere coesa una comunità.

Poi c’è il Matteo-cattivo e il Matteo-buono che è sempre e solo Renzi, a seconda del punto di vista da cui si guarda. Perché – si sa – la sinistra (o presunta tale) ha un marchio di fabbrica esclusivo: farsi male da sola. Renzi ha avuto e avrà molte ragioni da sostenere. Se non altro ci ha sempre messo la faccia in prima persona. Tutto quello che non va di lui è la sua retorica del futuro, la sua retorica dell’ego. La falsità con cui (si nota lontano un miglio) conduce i suoi pensieri, nel tempo attuale in cui un leader non si può limitare a fare politica in silenzio, ma deve pure parlare e tanto. E’ questo tanto parlare che lo frega, almeno agli occhi di chi è scafato quanto lui.