Amir Center, 2014. 67x100 cm. Archival pigment print

di - 3 Settembre 2020

Fotografi israeliani. Eli Singalovski

Eli Singalovski ci regala immagini stupende e stranianti dell’architettura con cui è stata costruita Israele. Le sue fotografie sono riprese nel buio della notte, ma illuminate da una luce raggiante. Questo separa l’edificio dal suo contesto, lo isola e crea un’atmosfera da fotografia da studio.

Amir Center, 2014. 67x100 cm. Archival pigment print
Amir Center, 2014. 67x100 cm. Archival pigment print

Il suo lavoro speciale intensifica ancor di più il gap che esiste fra l’ambizione del paese alla sua nascita e un materialismo quasi violento.

Ramot 1, 2014. 67x100 cm. Archival pigment print
Ramot 1, 2014. 67x100 cm. Archival pigment print

Tutto fu già detto sin dall’inizio. «Rimodellare lo spazio e assicurare il benessere fisico e psichico della popolazione tramite una pianificazione centralizzata. [Qui] esiste un’opportunità per una partenza genuina, su una tabula rasa», scrisse nel 1948 Arieh Sharon, che fu il coordinatore del primo piano urbanistico nazionale. Ma anche «…occorre dire la verità», disse pochi anni dopo Eliezer Brutzkus, uno degli urbanisti che lavorarono con Sharon, «abbiamo ottenuto i risultati anche contro il volere degli immigranti, li portavamo diritti dalla nave alle regioni di sviluppo».

Beit Shemesh 1, 2014. 100x67 cm. Archival pigment print
Beit Shemesh 1, 2014. 100x67 cm. Archival pigment print

Singaloski mostra edifici residenziali molto semplici, pragmatici ed efficienti, anonimi, uguali per tutto il paese, costruiti nei primi anni dello Stato per dare una casa a tutti gli immigranti il più velocemente possibile, ma che gli abitanti – persone provenienti da paesi con culture molto diverse, spesso in sovrannumero negli appartamenti – li hanno trasformati in organismi quasi viventi, cambiandogli spesso pelle.

Mivtachim 1, 2015. 67x100 cm. Archival pigment print
Mivtachim 1, 2015. 67x100 cm. Archival pigment print

E mostra edifici brutalisti – un approccio architettonico che in Israele ha avuto una risonanza enorme – che esprimevano la ‘sensualità’ del materiale e si forzavano per la ‘verità’ strutturale degli edifici, per la loro espressione diretta ed elementare, come la natura stessa.

Raffi Hall, 2014. 67x100 cm. Archival pigment print
Raffi Hall, 2014. 67x100 cm. Archival pigment print

Eli Singalovski (n. 1984) ha fatto Aliyah da San Pietroburgo a 7 anni. Ha studiato fotografia alla scuola Bezalel a Gerusalemme, e vive e lavora a Tel-Aviv e ad Amburgo.

Aranne 2, 2014. 67x100 cm. Archival pigment print
Aranne 2, 2014. 67x100 cm. Archival pigment print

I suoi lavori si trovano in varie collezioni pubbliche e private, inclusi lo Israel Museum e il Tel-Aviv Museum of Art, che a novembre ospiterà una sua mostra personale.

Bahad 1 #2, 2018. 100x150 cm. Archival pigment print
Bahad 1 #2, 2018. 100x150 cm. Archival pigment print