27 Luglio 2024
Movie

Addio a Peter Bogdanovich e a Sidney Poitier

La sera prima che mancasse ho rivisto per uno strano caso in sala in originale sottotitolato (e per la terza o quarta volta) L’ultimo spettacolo, l’opera più bella del cineasta e critico cimematografico statunitense Peter Bogdanovich, morto a 82 anni il 6 gennaio scorso. Fu un autore per il quale la direzione e la competenza critica, la teoria e la prassi filmica sono stati cifra inscindibile. B.era di origine austriaca ebraica per parte di madre e serba ortodossa per via di suo padre Borislav, pittore e aratista rinomato. I coniugi ottennero un visto e si trasferirono nella libera America, a New York, appena esplose le leggi razziali. L’ultimo spettacolo è un magistrale ritratto in bianco e nero della provincia americana di mezzo secolo fa (e forse di oggi), di no man’s lands che lasciano intravedere anche straordinari paesaggi naturali. Un film costruito sulle sofferenze dei villaggi nelle relazioni interpersonali e nel nulla culturale (ma il nulla culturale è anche nelle periferie del resto del mondo) sulle attese di migliorare la propria condizione, sulle vite grigie che nelle trasgressioni sessuali si illudono di trovare una compensazione, sul controllo sociale, inteso anche come condizionamento operato dagli occhiuti compaesani, che soffoca gli spazi delle libertà individuali. Un giovanissimo Jeff Bridges vi fece la sua prima apparizione da protagonista, e fu anche l’esordio di una lucente e vagamente hitchcockiana Cybill Shepherd, allora modella ventenne (sarà tra gli altri in Taxi Driver di Scorsese e in Alice di Woody Allen, ma anche in Daily Miller di Bogdanovich, di cui fu compagna).

Bogdanovich si era laureato a New York con una tesi su John Ford, ma fu molto attento anche al cinema europeo e in particolare al nuovo cinema francese degli anni Cinquanta e Sessanta, evidentemente quello della Nouvelle Vague. Come si diceva fu critico e giornalista e anche attore ne I selvaggi (1966) diretto da Roger Corman. Del regista de Il pozzo e il pendolo (1961) fu collaboratore in vari lavori e iniziative. Esordí alla regia con l’aiuto dello stesso Corman (che gli concesse il feticcio dell’horror Boris Karloff per un contratto di alcuni giorni) con Targets nel 1968, un film a basso costo considerato (mai visto da chi scrive) di culto, tra i prodotti della cosiddetta New Hollywood. Dopo L’ultimo spettacolo, B.realizza pellicole di livello discontinuo, alcune commedie più commerciali, come Ma papà ti manda sola? (1972), Paper moon (1973), Daily Miller (1974). Il film migliore, oltre a L’ultimo spettacolo, fu … E tutti risero del 1981, una commedia costruita sul tema delle investigazioni private sullo sfondo di New York, di ottimo ritmo e brillantezza. Nel lungo periodo successivo Bogdanovich si dedicherà, con qualche ulteriore incursione nel lungometraggio, alle fiction televisive e soprattutto alla scrittura di critica e saggi su alcune figure di cineasti come Ford, Welles, Lang, Eastwood. Nel 1980 si innamorò, ricambiato, di Dorothy Stratten, “coniglietta”, come si dice con brutta espressione allora alla moda, di Playboy, uccisa lo stesso anno a venti anni dal suo ex compagno, un femminicidio in piena regola.

BIBLIOGRAFIA: V. Giacci, Bogdanovich, Collana Il Castoro, 2002; G. Pescatore, in Disionari dei registi del cinema mondiale, 1, Torino 2005, pp. 195-198; https://www.thriftbooks.com/a/peter-bogdanovich/253380/.

P.S. Finito di scrivere questo pezzo i telegiornali hanno dato notizia della scomparsa di un altro artista di spicco del cinema americano e internazionale: Sidney Poitier (morto a 94 anni), che come si sta sottolineando in queste ore ha in certo modo aperto la strada del successo a molti afroamericani, attori come lui (ma anche registi) di colore. Fu protagonista indimenticabile di Indovina chi viene a cena? e La calda notte dell’ispettore Tibbs (entrambi del 1967).

 

 

 

 

Giovanni A. Cecconi

Professore di storia romana e di altri insegnamenti di antichistica all'università di Firenze. Da sempre appassionato di cinema, è da molti anni attivo come blogger su alleo.it per recensioni, riflessioni, schede informative, e ricordi di attori e registi. È stato collaboratore di Agenzia Radicale online e di Blog Taormina. Ama il calcio, si occupa di politica e gioca a scacchi, praticati (un tempo lontano) a livello agonistico, col titolo di Maestro FIDE.