Posted On Maggio 26, 2020By Riccardo VentrellaIn MusicShow
Nel tempo inerte del lockdown, una delle sparizioni più illustri è stata quella della musica. Al di là di alcuni giochetti fatti online, di jam collaborative, di volenterosi sforzi, di One World: Togheter At Home, di musica si è parlato soprattutto per il caos dei concerti cancellati. Come è anche giusto che sia, visiti i drammatici problemi occupazionali che il fenomeno ha portato con se. Tuttavia, la musica ha come rinunciato a raccontare lo stato delle cose, si è defilata in un girovagare circospetto ammiccante alla normalità. Non è entrata
Read More Posted On Aprile 20, 2020By Riccardo VentrellaIn MusicShow
Raramente i dischi portano nel titolo la data di uscita. Miramare 19.4.1989 avrebbe dovuto chiamarsi in realtà Miramare 4.4.1989, giorno del compleanno del suo autore. Uscì poi in ritardo, da qui il cambiamento. La scelta suffraga comunque l’ipotesi che Francesco de Gregori volesse fissare un hic et nunc, nell’anno in cui finivano i favolosi Ottanta e nulla era ancora praticamente accaduto: le proteste di piazza Tienanmen datavano qualche giorno, i regimi comunisti erano ancora tutti in piedi, Forlani regnava come segretario della DC. Pure, qualcosa stava per cominciare, e De Gregori
Read More Posted On Marzo 30, 2020By Riccardo VentrellaIn MusicShow
E tutto d’un tratto il coro, recita un celeberrimo carosello. Tutto ci si poteva aspettare nel bel mezzo della pandemia, meno che un Dylan. Tutto ci si poteva aspettare, meno che un Dylan di sedici minuti. Tutto ci si poteva aspettare, meno che un Dylan che parla di Kennedy. O meglio, che comincia da Kennedy una narrazione alla Pynchon dentro la quale infila quasi un secolo di rock’n’roll, considerate alcune divagazioni nel blues e nel folk. È arrivato inatteso: eppure un Dylan è sempre atteso. Ci voleva un tempo inatteso
Read More Posted On Marzo 10, 2020By Riccardo VentrellaIn MusicShow
C’è, o meglio c’era perché a causa del dilagare del virus è stata aperta per un solo giorno, una mostra a Palazzo Medici Riccardi, Come as you are. Kurt Cobain and the Grunge Revolution. Sono le foto che Charles Peterson e Michael Levine nel tempo hanno scattato ai Nirvana in circostanze molto differenti. La mostra non l’ho vista, ma le foto le conosco quasi tutte molto bene. Peterson è un po’ il Toulouse-Lautrec del grunge, avendo immortalato praticamente tutti i gruppi della Sub Pop, catturandone in bianco e nero la
Read More Posted On Febbraio 9, 2020By Riccardo VentrellaIn MusicShow
La fiera dell’intensità È stato un Sanremo non immaginabile prima. L’unica cosa prevedibile era che le roventi polemiche su Junior Cally si sarebbero spente rapidamente; ma questo melodrammatico accavallarsi di cose e di fatti, queste wagneriane durate, questo accalcarsi degli spettatori come se fossero curiosi dinanzi a un incidente stradale (è stata la finale più seguita degli ultimi vent’anni dopo il 2002) non erano prevedibili. Amadeus ha fatto un Sanremo tutto suo rimanendo in filigrana tra gli ospiti fissi e le conduttrici che si sono alternate. In realtà tenendo salda
Read More Posted On Febbraio 1, 2020By Riccardo VentrellaIn MusicShow
Dal punto di vista della direzione artistica c’è il Sanremo del conduttore, il Sanremo baudista e il Sanremo del musicista. Siamo passati negli ultimi anni dal Festival alla Fazio, a quello alla Carlo Conti, a quello alla Baglioni, illustrativi dei tre tipi sopra detti. Torniamo quest’anno con Amadeus alla categoria “del conduttore”, che lascia la musica un tantino in disparte. Ci eravamo abituati male, dovremo cambiare punto di osservazione. Avrebbe dovuto farlo nel 2000 il Festival, Amadeus, e sarebbe stato forse meglio per lui presentarlo allora, quando il conduttore non
Read More Posted On Gennaio 21, 2020By Riccardo VentrellaIn MusicShow
Da qualche giorno in questo mese di gennaio e fino al 19 aprile il Museum of London, la struttura sopraelevata vicino al Barbican che racconta la storia di Londra, ha aperto una mostra dedicata a London Calling, il seminale album dei Clash. Non senza un senso si sceglie di farlo nel 2020 perché il disco uscì a dicembre 1979, quindi la sua diffusione corrisponde ai mesi che stiamo attraversando. Il lettore non si aspetti grandi cose, si tratta di una stanza con una serie di memorabilia immaginabili, dai taccuini agli
Read More Posted On Dicembre 22, 2019By Riccardo VentrellaIn MusicShow
È un fatto incontestabile: 35 anni dopo la sua uscita ascoltiamo ancora Last Christmas. Non solo i nostalgici di quell’evo, ma anche generazioni successive che l’hanno appresa come un fatto di storia. Certo, la canzone porta con sé molti aspetti archetipici: la parabola dell’amore tradito, la fine di un qualcosa, la patina forte di romanticismo, lo spleen tradizionale collegato alle feste natalizie. È anche, però, un vero compendio di storia, perché nel video compare l’affresco esatto di un’epoca, soprattutto negli aspetti estetici. Rimanda a un periodo decisivo, a quei due
Read More Posted On Novembre 15, 2019By Riccardo VentrellaIn MusicShow
L’estate è finita da un po’, e noi tutti abbiamo cercato il disco dell’estate. Lo scrivente intendeva proporne uno, che suggestionava anche grazie a un gradito ritorno. I Violent Femmes erano apparsi come uno degli attori maggiori dell’indie inizio Ottanta, insieme agli altri due grandi rappresentanti del power-trio, gli Husker Dü e i Minutemen. Diversamente da loro più orientati a una tendenza root, fatta di acusticità destinata a generare una devastante, grezza energia, condita dalla mediosità della voce di Gordon Gano, dai bassismi energici di Brian Ritchie e dalla scarna
Read More Posted On Settembre 15, 2019By Riccardo VentrellaIn MusicShow
Corrono i venticinque anni dalla pubblicazione di Definitely Maybe, il disco di debutto degli Oasis. La ricorrenza è marcata da nuovi gossip sui litigiosi fratelli Gallagher, l’ultimo dei quali è la nostalgia di Liam per la band e l’acrimonia nei confronti di Noel per averla, a suo dire, sfasciata. Decisamente, e senza forse, è l’ora di fare un bilancio su quel gruppo e quella temperie storica che oggi ha lasciato come erede il fantasma della Brexit. Nessuno dei brani di quel periodo è divenuto realmente un classico, e questo vale
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