27 Luglio 2024
Words

Noi complessati dalla Russia

Sta accadendo un fenomeno strano nella mentalità occidentale, l’ennesimo segno, tra i tantissimi, di regressione cerebrale. Vi sto parlando del “bullismo moralista”. Un caso di specie sono la Russia e la Cina, che sono sempre accusate dai leader dell’Ovest di essere “guerrafondaie”, “inaffidabili”, “pericolose”, “totalitarie”.
Il fatto è che Russia e Cina seguono con pervicacia il loro interesse nazionale, piaccia o non piaccia. Noi lo seguiamo? No. Abbiamo favorito l’assalto alla Libia di Gheddafi, che era un nostro alleato e una banca d’affari sempre aperta, per noi. Certo, gli attaccanti democratici ci hanno fatto capire che qualche bomba sarebbe caduta sull’ENI, se non ci fossimo adeguati, ma si poteva far meglio.

Miopia occidentale
Riguardo alla Russia, c’è qui in Occidente un clima come se i russi, in quanto non adeguatisi del tutto ai miti e ai riti dell’Occidente, sarebbero tutti un po’ scemi e arretrati. Questo vale, molto confusamente, anche per l’Islam, per le culture sincretiche mediorientali, per tutto il Maghreb, trattato come un verminaio per turisti, poi per la Cina, conficcata sulla sua “arretratezza”, che fra poco pagheremo cara, infine per l’India, ormai prossima fabbrica del mondo, ma relegata nel suo mito terzomondista, ormai sepolto. L’Occidente non sa più guardare fuori di sé, e dove guarda riesce a vedere solo la sua maschera stravolta.
Certo, al posto dei soliti prodotti politici plastificati e televisivi dell’ovest c’è, a Mosca, un vecchio colonnello del KGB, che lavorava a Dresda per controllare i Servizi della DDR.
Ma questa distruzione occidentale dell’immagine della Russia è razionale? Ovviamente no.
Anni fa, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, un giornalista rimproverò Putin perché i suoi aerei avevano compiuto una missione ai limiti dei confini militari della Svezia. E allora? Lo fanno tutti, da sempre.
Il presidente russo replicò: “sa quante basi all’estero abbiamo noi? Due, più l’exclave di Kaliningrad, ovvero Koenigsberg, ma sa quante basi hanno all’estero gli Usa? 800”. Il giornalista rimase basito. Quando Macron ripeté la necessità di un blocco delle banche occidentali contro Mosca che aveva “invaso” il Donbass, Putin gli ricordò che una notissima banca parigina aveva pagato milioni di dollari di penale agli Usa per aver fatto, pochi giorni prima, affari con la Russia.

Il vaccino russo
Ora, con la questione del vaccino, solita storia: non funziona. Ci mancherebbe, non lo hanno testato, è una bufala. Già, ma la Russia ha una grandissima tradizione tecnologico-scientifica che nemmeno Stalin, con le sue lunghe gite in Siberia, è riuscito a scalfire. Le medaglie Fields, i premi Nobel per la matematica di nazionalità russa sono 9, e la Russia è terza. Sempre malgrado i “campi estivi” di Stalin e dei suoi successori. I matematici della Normale (al di là di improbabili simpatie per i noti “campi estivi”) studiavano tutti un po’ di russo, per aggiornarsi.
Sul piano scientifico, il vaccino “Sputnik V” deve essere somministrato in due fasi, con un lasso di tempo di 21 giorni, ed è composto da adenovirus, quelli del classico raffreddore, ai quali è stato inserito il gene per la spike protein del Covid-19, che è la proteina che permette l’entrata del microrganismo nel corpo umano.
Tutti i ricercatori dicono che non è stato testato abbastanza a lungo e su vaste popolazioni, ma noi cosa ne sappiamo?
Il vaccino russo Sputnik V è stato sperimentato su tutti i militari, probabilmente su altre popolazioni settoriali, quasi certamente su segmenti delle 185 minoranze etniche censite nel grande spazio russo, su ex-malati, su soggetti particolari.
La reazione pregiudiziale degli scienziati, compresi gli ormai famosi virologi italiani, è stata all’unisono: ma i russi lo sanno che…
Certo che lo sanno.
Insomma, proprio ora che l’occidente precipita in una crisi colossale, gli Usa con il Pil a -34, 3% e l’UE a picco anch’essa: Italia -10%, Francia -8,2%, fino a un totale UE di -7,4% all’Ovest viene la boria. Ma i numeri dicono che la boria non ce la possiamo permettere.

Confini, interessi, buon senso
Poi le guerre: secondo Usa, UE e altri, la rivolta separatista del Donbass del 2014 è illecita. Più o meno come l’occupazione ventennale dell’Afghanistan, dove oggi sono costretti a fare l’accordo di Doha con i Taliban? Ma può la Russia essere separata dal Mar d’Azov e da Sebastopoli, sede secolare della sua Flotta del Mar Nero? Come se dicessero a noi italiani che lo Stretto di Messina è off limits.
Ora ci sarà l’operazione russa a sostegno di Lukashenko, vecchio arnese sovietico al comando della Bielorussia. Bene, il dittatore di Minsk è quanto di peggio si possa immaginare, ma la Russia può permettersi di rimanere aperta a tutti i venti che venissero dalla Polonia, dall’Ucraina, dalla Lituania, una volta che la Bielorussia diventasse la sede di una “rivoluzione colorata”? Non credo proprio.
Putin non è un amico dell’occidente, che probabilmente ritiene una serqua di incompetenti, non è un democratico né un liberale, non è da trattare con superficialità o sperando in qualche sconto strategico. Appunto per questo non deve essere trattato da bambino malcresciuto.