19 Aprile 2024
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E ora il vaccino

In Europa la Germania batte tutti sul tempo e annuncia che la campagna di vaccinazioni contro il Coronavirus partirà a metà dicembre. Insomma, appena le autorità europee che vigilano sui farmaci approveranno un vaccino i tedeschi potranno accedervi con «6 centri vaccinali pronti nei lander da metà dicembre», ha detto il ministro della Salute, Jens Spahn.

E in Italia? La tempistica del piano per i vaccini anti Covid parla di fine gennaio per le prime vaccinazioni, ma non è stato deciso se il vaccino debba essere obbligatorio o meno. Ieri il commissario all’emergenza Domenico Arcuri: «Finora abbiamo speso 94 milioni di euro. Stimiamo che ci debba essere un punto di somministrazione e conservazione del vaccino ogni 20-30mila abitanti. Nelle prossime settimane il Parlamento deciderà sulla strategia proposta dal governo».

Intanto sono tre i principali vaccini più vicini a ricevere l’autorizzazione: quello della multinazionale AstraZeneca con lo Jenner Institute dell’Università di Oxford e la Irbm di Pomezia, quello dell’azienda farmaceutica Usa Moderna e quello della multinazionale Pzifer. Ma tutto il mondo è impegnato nella corsa per il vaccino e secondo i dati dell’Oms ci sono 212 vaccini in via di sperimentazione, 164 sono ancora in fase pre-clinica, 48 in somministrazione ai volontari. Nel gruppo di quelli in dirittura d’arrivo ci sono anche quello russo e quello cinese: lo Sputnik V del Gamaleya Institute di Mosca, con un’efficacia dichiarata del 93,5% e il cinese Coronavac, la cui sperimentazione ha subito una battuta di arresto dopo il suicidio di un volontario in Brasile. PFIZER Il farmaco della americana Pfizer, sviluppato insieme alla tedesca BioNtech, si chiama BNT162 e avrebbe un’efficacia del 95%. È un vaccino a mRNA, una tecnica che prevede l’inoculazione di un gene sintetico che spinge l’organismo a produrre la proteina Spike del Covid-19, in questo modo il sistema immunitario la riconosce come agente estraneo e produce gli anticorpi necessari. Ma va conservato a -80 gradi, condizione non facile senza una strumentazione ad hoc. Va somministrato in due dosi.

La Commissione europea ha firmato un contratto per avere fino a 300 milioni di dosi. Le due aziende potranno fornire 50 milioni di dosi nel 2020, e fino a 1,3 miliardi nel 2021. Saranno 3,4 milioni le dosi che complessivamente verranno somministrate ai primi 1,7 milioni di italiani da fine gennaio secondo quanto prevede il Piano per i vaccini anti Covid del commissario Arcuri. MODERNA Il vaccino mRNA-1273 sviluppato dalla americana Moderna Inc e dal Niad avrebbe un’efficacia del 94,5%. È stato il primo in assoluto a essere testato sull’uomo lo scorso 16 marzo. La tecnologia adottata è la stessa del vaccino di Pfizer, ma non ha bisogno di una catena del freddo e può essere conservato tra i 2° e gli 8° gradi nel primo mese e a -20° per i successivi sei mesi. L’azienda prevede di disporre di circa 20 milioni di dosi entro la fine del 2020 da destinare agli Usa e pianifica una produzione totale di 500 milioni-1 miliardo di dosi nel 2021. La Commissione europea ha concordato con Moderna la fornitura di fino a 160 milioni di dosi. Il costo previsto a dose è di 25 dollari.

ASTRAZENECA Un altro candidato a diventare il vaccino anti Covid è ChAdOx1 o AZD1222, sviluppato dallo Jenner Institute dell’Università di Oxford insieme all’italiana Advent-Irbm e alla casa farmaceutica AstraZeneca. La preparazione è diversa, si basa su una adenovirus artificiale e inattivato che viene sfruttato come navicella di trasporto per la proteina Spike: una volta iniettato il sistema immunitario riconosce la proteina estranea e sviluppa anticorpi neutralizzanti. Il vaccino si conserva fino a 6 mesi a temperature normali di refrigerazione a 2-8 gradi centigradi. AstraZeneca ha annunciato ieri il dato di efficacia sul dosaggio ottimale, su due dosaggi testati, che risulta pari al 90%. L’azienda ha reso noto che 200 milioni di dosi saranno disponibili entro il 2020 e 3 miliardi di dosi nel 2021. La Commissione europea ha opzionato un totale di 400 milioni di dosi.

[tratto da La Nazione – di Veronica Passeri]