Si incrocia una verità scritta nella bandella di questo libro che fornisce la chiave del tono stesso della raccolta di racconti di Marisa Cecchetti che ci prestiamo a leggere e dice: “C’è un tocco dolce e morbido, in questa silloge di racconti, che sembra quasi rubato alla poesia”. E potremmo aggiungere: un tono leggero e meditativo, come quello di una voce affabulatoria che conduce per sentieri di ricordi e di sentimenti semplici e duraturi.
Ci sono le ebbrezze sottili della passione, o meglio della sua preventiva stimolazione che è l’eccitazione dei corpi che parte dagli occhi, dallo sguardo, come nel racconto d’apertura, che incensa la giovinezza come momentum, come episodio costante della trattazione umana dell’attrazione fisica.
Ci sono i ricordi asciutti e familiari del racconto Anni Settanta, dove un Natale diventa occasione di una narrazione intima del dono come cura.
C’è l’altruistico e commovente racconto della madre e della madre di se stessa e della figlia, nel racconto Non avrei saputo, dove si condensa in due pagine e mezzo il tema eterno della genitorialità e della discendenza, assunto in quella frase: “È un bene immenso la risposta, Finché c’è”.
E poi ci sono alcuni racconti che pongono la questione degli oggetti come cose, nella loro capacità di attivare la sfera dell’affezione umana. Mi riferisco a Dialogo tra una bici e una motocicletta, dove l’ironia del racconto esonda nei corsivi usati per il botta e risposta, sempre cordiale e gentile, appunto tra le modalità affettive di come funziona il pericardio di una vecchia bici e quello di una moto, come fossero donne e uomini alla prova delle loro rispettive differenze e fibrillazioni.
Oppure come si coglie nel racconto L’ultimo arrivato, che spiega come si possa stabilire una relazione alla pari e un dialogo stringente tra la proprietaria di una casa e il nuovo frigorifero. Sembra che l’autrice abbia digerito la lezione filosofica di Remo Bodei e del suo vecchio saggio dedicato proprio alla vita delle cose.
Questo libro è dunque un insieme di emozioni e sentimenti ordinati dalla scrittura, sempre nitida, leggera, piana che contraddistingue in maniera spontanea e fresca la poetica autoriale di Marisa Cecchetti e del suo mondo interiore.