13 Ottobre 2024
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La molla destra

Il “mondo al contrario” teorizzato dal generale Roberto Vannacci è stato realizzato. Il consigliere di Matteo Salvini, Claudio Borghi attacca Sergio Mattarella; i magistrati vengono sorteggiati per il CSM; la sottosegretaria Pina Castiello, al posto delle candeline, festeggia tagliando la torta col simbolo della Decima Mas. E poi Francesco Lollobrigida discetta: «Se te devi fa’ ‘na canna, fattela bene».
Sovranità europea? Sovranità italiana? La campagna elettorale europea si interroga su chi, nel sovranismo oramai acclarato e metabolizzato, sia più sovranista di un altro. Più Europa, meno Italia; più Italia, meno Europa. Intanto il premierato prende piede e Giorgia Meloni dichiara: «È la sinistra che non rispetta il Colle». Con un’autentica torsione (del resto, non siamo nel mondo al contrario?): non si sottraggono poteri al Capo dello Stato… Boh, resto basito.

Il “mondo al contrario” – nella terra di mezzo tanto cara ai tolkieniani-meloniani – che è stato realizzato mette “fuori sesto” (sono le parole di Amleto nel primo atto della tragedia di Shakespeare: «The time is out of joint»: «I tempi sono andati fuor di sesto») quel che restava del Welfare State, della solidarietà, della tolleranza e dell’inclusione. Tutti valori che facevano parte del “mondo a favore” che ormai è andato “fuor di sesto”, e non trova più nessuno che lo possa riparare, aggiustare, ricomporre. Vannacci dunque c’è riuscito: quello che prima era giusto adesso è ingiusto, quello che non si poteva fare ora si può fare. Ma dissestare il mondo non fa dei danni solo al mondo. Se una porta è uscita dai cardini io ho due strade davanti a me: ve la posso far rientrare, oppure posso acquistare una porta nuova.

Ecco la “Porta Nuova”! Basta ribaltare quello che ha detto l’avversario (nuova e successiva “torsione”); basta leggere una dichiarazione ai giornali della Schlein e poi passarla su Chat GP4 leggendola dalla fine verso l’inizio, ribaltandola. Tanto il punto debole si trova sempre. Basta ribaltare, capovolgere, invertire e rovesciare: quando un politico in un talk show dice qualcosa di oggettivo e quindi inoppugnabile (in sostanza tale da dover essere pacificamente condiviso da destra e da sinistra) allora basta fare un “no, no” con la testa o un risolino… Non c’è bisogno di attivare i mitici “capra, capra” di Vittorio Sgarbi.

Dunque?
La politica proposta da questa destra-destra di governo non si basa su assunti autonomi, autoctoni e autarchici, no! Si basa sul ribaltamento.
Del resto, se non ci fosse stato il “mondo a favore”, il generale Vannacci mai avrebbe potuto scrivere il “mondo al contrario”. Della serie: non propongo nulla, mi limito a rovesciare quello che hai detto tu. Una politica nella quale basta aspettare un’idea, una proposta, un qualche “senso” per avere scaturita, come se nulla fosse, la propria progettualità: appunto, agendo al contrario. Per cui non una politica che parte da qualcosa di proprio, ma da qualcosa di estraneo e lo ribalta, producendo così la propria “proposta di senso”.
In qualche maniera siamo di fronte alla mancanza di intenzione. Le neuroscienze ci avvisano che coscienza e intenzione costituiscono l’intelligenza umana. Se l’intenzione è vicariata e non è autonoma l’intelligenza per muoversi è come se avesse bisogno di una molla. Il mondo al contrario, finalmente realizzato, è dunque retrogrado, ha bisogno di una spinta, di una molla esterna. Da solo non è buono a nulla.

Gianfranco Cordì

Gianfranco Cordì (Locri, 1970), ha scritto dodici libri. E' dottore di ricerca in filosofia politica e giornalista pubblicista. Dirige la collana di testi filosofici "Erremme" per la casa Editrice Disoblio Edizioni. Dirige le tavole rotonde di filosofia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria.