27 Luglio 2024
Words

Islam: sindaco a Londra, libri a Torino

 

Il Corriere della Sera intervista Sadiq Khan, neosindaco laburista e di origine pakistana, di Londra: “Sono occidentale e musulmano, la prova vivente che la vera integrazione è possibile”, le priorità sono “integrazione, sicurezza, lotta all’inquinamento”, ma prima di tutto, almeno fino al referendum, l’Europa. Per questo Khan intende collaborare con il premier David Cameron:”Ci siamo già sentiti per coordinarci. Ci sentiremo ancora. Ci sono temi per i quali i partiti vanno messi da parte. I benefici culturali e sociali dell’Europa a Londra sono enormi, ma è per l’economia che l’Europa è fondamentale”. Il giudizio su Donald Trump e chi lo consiglia: “è molto ignorante sul tema dell’Islam”, “Puoi essere occidentale e di fede islamica. Le due cose sono compatibili. Io sono britannico di estrazione pachistana. Sono europeo, sono un uomo asiatico, sono un londinese, sono un avvocato, un padre, un marito, un tormentato fan del Liverpool. Sono anche di fede islamica. Abbiamo tutti molte identità. Ci sono uomini d’affari che vogliono lavorare con gli Usa che sono musulmani. Ci sono ragazzi brillanti che vogliono studiare negli Usa che sono musulmani. Ci sono bambini come i miei che vogliono andare negli Stati Uniti per visitare Disneyland. Chi parla come Trump fa il gioco degli estremisti. Crea divisione e odio. Spero che la mia campagna e la mia vittoria possano far capire anche al mondo politico statunitense che l’unione può vincere sulla divisione”.

 

Su La Stampa intervista di Francesca Paci all’avvocato e premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi, che è tra gli ospiti di spicco del Salone del Libro di Torino: “L’Arabia saudita e il mio Iran sono indegni del Salone”.

Al Salone ampio spazio alle voci dell’universo islamico, ricorda il quotidiano. E in basso un articolo di Karima Moual dà conto del programma “Anime arabe”: “Un mondo in ebollizione tra conflitti e nuove identità”, “Nel fitto programma di incontri gli autori che scrivono in inglese e francese prevalgono sugli arabofoni”. Il risultato, nota Moual, è che si rivolgono più a un pubblico occidentale che arabo.