27 Luglio 2024
Words

Lunga estate al coronavirus

Due mesi di lockdown ed è tempo di fare bilanci pensando all’estate.
Ci viene da chiedere: l’estate sarà nemica del virus o lo agevolerà? La scienza ha scoperto che il Covid-19 si sviluppa a «temperature basse» in maniera più rapida. La sua «diffusione» è avvenuta da est a ovest di una specifica fascia climatica (in cui si trovano Cina, Europa e Stati Uniti).
Si è trattato di un lavoro di confronto dei dati (provenienti da tutto il mondo) che è riuscito a portare alla luce delle evidenze sperimentali che confermano le varie posizioni di esperti e virologi che hanno ipotizzato – fin da quando il virus ha iniziato a diffondersi a macchia d’olio – che il caldo avrebbe potuto rallentare la sua corsa.

L’analisi è stata condotta dalla Statale di Milano. Si è partiti con un recupero dati. Gli studiosi hanno raccolto il numero di «casi» di Coronavirus registrati in tutto il mondo per poi registrare quale sia stato il cosiddetto «tasso di aumento» degli individui positivi al virus (nelle varie nazioni). Poi questi dati sono stati confrontati con i dati relativi alla temperatura e al livello di umidità presente in quegli stessi Paesi nei giorni precedenti all’inizio dell’epidemia. Resta sempre inteso che il numero degli asintomatici totali è un dato difficile da testare. Da tutti questi studi risulta comunque un’impressione: che i casi gravi diminuiscono quando la temperatura è alta. Con questo non si vuole dire che il virus si sviluppi di più alle basse temperature. Quello che osserviamo è che l’aumento del numero dei casi è stato maggiore nel mese di febbraio/marzo nelle aree con temperature più fredde.

Si pone adesso una considerazione. Cioè che il nesso aumento-del contagio-temperatura è stato stabilito in maniera diretta una volta per tutte. O meglio: il nesso diminuzione della rapidità del contagio-temperatura è stato stabilito una volta per tutte. Questo che cosa vuol dire? Vuol dire che all’aumento della temperatura accade qualcosa che fa si che il problema del contagio diminuisca.
Che cos’è questo qualcosa? È una x. Questa x riguarda sia la paura del contagio, sia le misure politiche per fermarlo, sia la temperatura (che è la solita, quella solare). Per cui abbiamo a questo punto: nesso temperatura-contagio (virus) uguale al nesso misure politiche-biopolitica. Ci accorgiamo dunque che quella x è la bios, la vita. Per cui abbiamo ancora che il qualcosa che accade (x) quando il problema del contagio scende è che la vita comincia a ritornare.

Nel contagio infatti la biopolitica attua misure estreme: sicurezza, ordine, disciplina eccetera. Per cui si ha, infine, che la vita (la x) è strettamente legata alla biologia e alla politica. Per cui quest’estate potremo andare al mare se teniamo d’occhio la misura estrema di rimedio che esiste tra la politica e la vita.

Cosa vuol dire? Se teniamo d’occhio il fatto che dove c’è vita esiste un serio allarme (allerta) di diminuzione del contagio. Dunque dove c’è vita? Non negli assembramenti ma là dove la natura germoglia e fiorisce e scintilla. Il contagio si arresta dove c’è erbetta, eccetera. Dove c’è la natura.

Gianfranco Cordì

Gianfranco Cordì (Locri, 1970), ha scritto dodici libri. E' dottore di ricerca in filosofia politica e giornalista pubblicista. Dirige la collana di testi filosofici "Erremme" per la casa Editrice Disoblio Edizioni. Dirige le tavole rotonde di filosofia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria.