27 Luglio 2024
Words

2020, una scia di morte

È stato un anno famelico di morte. Solo di Covid, in Italia sono morti al 31 dicembre quasi 74mila persone. Si dirà che la maggior parte di essi aveva comorbilità, cioè altre malattie pregresse; si dirà che la maggior parte di essi erano vecchi. I più cinici potrebbero sostenere che queste morti sono state un vantaggio per il sistema pensionistico nazionale, e in minima parte è pure vero. Purtroppo le malattie, come la morte, non colpiscono gli stupidi e i negazionisti: la selezione naturale non favorisce il migliore, il più intelligente, quello dotato di buon senso, ma il più abile. Per questo siamo costretti ad ascoltare fake news, sciocchezze e sfondoni di no vax, terrapiattisti, complottisti, citrulli d’ogni genere e altri soggetti che non tollero e contro i quali sarei pronto a una bella crociata, con le spade e tutto il resto.

Tuttavia adesso non ci interessa una nuova battaglia, ma l’elenco delle persone famose o importanti che ci hanno lasciato in questo anno che per fortuna è finito.
La data da tener di conto è il 29 dicembre. Entro quella data lo scorso anno, nel 2019, morirono 1788 personaggi, più o meno famosi. Entro la solita data, in questo infausto 2020 sono morte 2225 persone conosciute presso l’opinione pubblica. Da un semplice calcolo notiamo che quest’anno sono morte 437 persone in più dello scorso anno.
Sono dati recuperati da Wikipedia e non valgono per nessuna analisi statistica, ma definiscono bene la sfiga del 2020.

Personalmente, in quest’anno che ci sta lasciando, ho pure il carico personale di aver perso il mio amato e vecchio padre. E almeno due persone che stimavo e con le quali sono stato spesso in contatto per interessi comuni. Vale a dire lo scrittore e italianista Marco Santagata, espertissimo di Petrarca e Dante; il critico d’arte e antropologo Philippe Daverio. Ma sono tanti i nomi italiani e stranieri che hanno contribuito a costruire la scia di decessi nel 2020.

Prendiamo per esempio il mondo dello spettacolo e dell’arte. Se ne sono andati il cantante del bacione a Firenze Narciso Parigi; lo scenografo di tanti film anche di Fellini, Luciano Ricceri; l’attore ultrcentenario Kirk Douglas, fantastico Spartacus per Kubric; la soprano Mirella Freni; il sessantenne tastierista americano Lyle Mays; l’attore Flavio Bucci; l’artista ed ex-marito della Abramovic, Ulay; il pianista che collaborava con Coltrane, McCoy Tyner; l’attore Max Von Sydow; la giovane regista Valentina Pedicini; il regista di due Batman e del geniale Un giorno di ordinaria follia, Joel Schumacher; il comico, scrittore e regista Carl Reiner, che ebbi modo di incontrare in una bellissima libreria a New York ormai più di un decennio fa; il grafico Milton Glaser; l’immenso compositore Ennio Morricone; il batterista dei Toto, Jeff Porcaro; il critico d’arte Maurizio Calvesi; il chitarrista inglese Peter Green; l’attrice hollywoodiana Olivia De Havilland; l’attore Gianrico Tedeschi; l’attrice horror Daria Nicolodi; il bravissimo regista Alan Parker, suoi Fuga di Mezzanotte, Mississipi Burning, Angel Heart; la stupenda attrice e comica Franca Valeri; i jazzisti Harold Budd e Steve Grossman; il bassista Gary Peacock, che fece parte di uno dei trii più prolifici e creativi del Novecento, quello di Keith Jarret; il vignettista e disegnatore Quino, che ha inventato Mafalda; lo stilista giapponese Kenzo Takeda; l’attore e comico Gigi Proietti; i musicisti pop-rock Eddie Van Halen, Spencer Davis e Stefano D’Orazio dei Pooh; l’attrice Lucia Bosé; lo stilista delle scarpe da donna Sergio Rossi; il direttore della fotografia Alfio Contini; il regista Franco Giraldi, il musicista camerunense Manu Dibango; il disegnatore di Asterix, Albert Uderzo; il compositore Detto Mariano; il musicista Bill Whiters; il regista coreano Kim Ki-duk; l’attore, quasi sempre interprete di “cattivi” sullo schermo, Brian Dennehy; il sassofonista jazz Lee Konitz; l’attore Sergio Fantoni, famoso per alcuni sceneggiati tv degli anni ’70; il critico d’arte Germano Celant; il pianista Ezio Bosso; il presentatore e divulgatore John Peter Sloane. E infine cito per osservanza del codice degli highlander (che nel caso non è servito a molto…), l’attore Sean Connery.

Ci hanno lasciato anche molti atleti di varie discipline sportive. Ci hanno lasciato il calciatore centravanti anche della Nazionale, oltre che della Juventus, Pietro Anastasi; il grande hockeysta canadese Henri Richard; il pluri-incensato Diego Armando Maradona; il calciatore Pierino Prati; il pugile campione del Mondo Alessandro Mazzinghi; lo schermidore e grande allenatore della nazionale italiana Antonio Di Ciolo; il calciatore Mariolino Corso; il pilota Stirling Moss. E una menzione a parte per il grande ragazzo toscano che seppe incantare il Mondo, far piangere i brasiliani e far tornare il sorriso sul volto degli italiani (che uscivano da anni sfigati e violenti), il grande Paolo Rossi.

Nel settore della cultura e della società inseriamo politici, giornalisti, scrittori e intellettuali vari. Sono morti il giornalista del TG2 Italo Moretti; il giornalista e polemista Giampaolo Pansa; il filosofo Emanuele Severino; il filosofo e scrittore George Steiner; l’ex-presidente della Nazioni Unite Javier Perez de Cuellar; la religiosa amante della cucina Suor Germana; l’architetto Vittorio Gregotti; il politico e scrittore Eduard Limonov; il giornalista sportivo Gianni Mura; la ex-partigiana Lidia Menapace; lo scrittore e giallista John Le Carré; il giornalista, scrittore e autore televisivo Sergio Zavoli; il giornalista sportivo, per anni conduttore della Domenica Sportiva, Alfredo Pigna; il manager Cesare Romiti; il giornalista Arrigo Levi; il poeta Carlo Bordini; il giornalista Enzo Golino; il filosofo Sergio Moravia; l’editore Franco Maria Ricci; la giornalista Rossana Rossanda; lo scrittore e acuto osservatore del costume nazionale, Alberto Arbasino; lo storico Luciano Pellicani; il politico, ex-presidente di Francia, Valery Giscard d’Estaing; lo scrittore Luis Sepulveda, il giornalista Giulietto Chiesa; l’economista Alberto Alesina; il semiologo Paolo Fabbri; il giornalista Roberto Gervaso; il filosofo e matematico Giulio Giorrello.

Speriamo che la lista del 2020 possa terminare qui. Immaginatevi se invece l’anno della pandemia volesse ancora segnare il suo corso con un altro morto illustre…