27 Luglio 2024
Words

Inaccettabile episodio di antisemitismo in Toscana

Lo conoscevano appena quel dodicenne. Ma per loro era «l’ebreo». E quando se lo sono trovati davanti, mentre parlava con alcuni amici di scuola, due ragazzine di 15 anni, le «bulle antisemite», come sono state ribattezzate, hanno sfogato tutto il loro odio represso. Prima l’hanno insultato con epiteti razzisti che inneggiavano ai forni crematori e alla Shoah e poi, dopo avergli gridato di stare zitto perché era solo «uno sporco ebreo», hanno iniziato a prenderlo a sputi e l’hanno aggredito con pugni e calci.

Nessuno ha difeso Marco (nome di fantasia) dal pestaggio: ancora sotto choc è tornato a casa e ha raccontato tutto al padre. È stato il genitore a informare il sindaco di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno, dove si è consumata l’aggressione, e poi a presentare denuncia ai carabinieri per ingiuria e lesioni.

Le due quindicenni responsabili dell’aggressione, studentesse in una scuola superiore di Piombino, sono state identificate e adesso di loro se ne sta occupando la Procura del Tribunale dei minori di Firenze.

È accaduto domenica, alla vigilia della settimana dedicata alla memoria della Shoah, poco dopo le 18 in un parco comunale di Venturina Terme, una frazione di Campiglia Marittima e la notizia, anticipata ieri da La Nazione, ha provocato sdegno e reazioni preoccupate anche dalle istituzioni e dalla politica nazionale. Il padre del ragazzino racconta che già in passato aveva trovato sui messaggi che arrivavano al figlio qualche svastica e riferimenti offensivi alla religione ebraica, ma mai avrebbe immaginato che si arrivasse a tanto. «Purtroppo nessuno dei ragazzi presenti durante il pestaggio ha aiutato mio figlio e nessuno può voltare le spalle davanti a un episodio così grave», dice adesso quel padre addolorato.

«Non riesco a spiegarmi che cosa è successo — continua a ripetere —, so soltanto che mio figlio era terrorizzato e non dimenticherà mai che cosa è successo. Quando è tornato a casa in lacrime aveva i vestiti sporchi di sputi. È subito corso al lavabo per pulire il giacchetto e la felpa. Era disperato. Un’umiliazione insopportabile. Ho avuto la sensazione d’essere tornato agli anni terribili delle leggi razziali».

Sconcertante la risposta alla domanda se qualche familiare delle ragazze si fosse fatto vivo per chiedergli almeno scusa. «Non ho sentito proprio nessuno, né la ragazze né i loro familiari», risponde il padre.

La notizia dell’aggressione ha provocato reazioni preoccupate e indignate. Addolorato si è detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: «L’odio e la prevaricazione non ammettono giustificazioni e non devono essere sottostimati. Si tratta di un atto grave, che va condannato e che richiama tutti noi all’impegno quotidiano nell’educazione delle nuove generazioni al rispetto e al rifiuto di ogni forma di violenza e discriminazione». Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale, ha detto che questo gravissimo episodio «ci ricorda la necessità di non abbassare mai la guardia contro l’antisemitismo, il razzismo e l’intolleranza».

Sotto choc la comunità ebraica di Livorno, storicamente una delle più importanti d’Italia. «Un episodio scioccante e non causale per la vicinanza con la Giornata della Memoria — ha commentato il presidente della comunità ebraica di Livorno, Vittorio Mosseri0 —. Ora cerchiamo di capire cosa c’è nella testa di queste ragazze, cosa c’è dietro l’aggressione da parte di due 15enni. E non mettiamo la polvere sotto il tappeto. Spero che ci siano conseguenze e che questa cosa non si concluda con due pacche sulle spalle perché sarebbe antieducativo».

[di Marco Gasperetti – tratto da Corriere della Sera]