L’Unione europea deve formulare rapidamente un elenco di possibili risposte all’eventuale annessione israeliana della Cisgiordania. È il senso espresso da una lettera inviata venerdì scorso al capo della politica estera europea, Josep Borrell, da undici ministri degli esteri europei – Italia, Francia, Olanda, Irlanda, Belgio, Lussemburgo, Svezia, Danimarca, Finlandia, Portogallo e Malta. La lettera ricorda che questi ministri, in una riunione informale lo scorso 15 maggio, avevano chiesto a Borrell di formulare risposte a un’annessione israeliana; e che Borrell aveva di conseguenza chiesto al suo staff di preparare un elenco
Read More Ci siamo! Il 1° luglio è arrivato. Inizia il periodo in cui, secondo l’accordo di governo, il primo ministro israeliano Netanyahu può presentare il piano per l’annessione di parti della Cisgiordania. Ormai la comunità internazionale è schierata, sappiamo chi è a favore dell’annessione e chi è contro. Ovviamente i palestinesi sono scoraggiati: “qui la situazione non cambierà per niente – dicono in molti – che si chiami occupazione o annessione”. L’annessione è già lì, da anni, e basta fare un giro per la Cisgiordania per vederlo con una chiarezza. Ma
Read More L’attuale governo israeliano ha giurato il 17 maggio, e fra le priorità ha posto l’annessione di territori della Cisgordania, dando nuovamente una ragione di lotta e unione a tutti i palestinesi che ultimamente (specie in Cisgiordania) non erano tanto arcigni. L’accordo fra i partiti di maggioranza prevede che il primo luglio Netanyahu presenti una proposta di annessione che dovrà essere approvata dal Governo e dal parlamento e poi che sia riconosciuta e accettata dai principali attori internazionali (leggasi gli Stati Uniti). Il primo luglio si avvicina. Sul tavolo, a oggi,
Read More Anche sotto la minaccia del COVID-19, Israele non si ferma. Il virus sta ancora attraversando il paese – sino ad oggi sono oltre 16,000 i positivi e 252 sono i morti – ma le spiagge sono affollate nonostante il divieto di assembramento, e alcuni reparti di coronavirus hanno iniziato a chiudere. Si approvano misure per allentare le restrizioni del blocco: parziale riapertura dei negozi e dell’economia, permessi a preghiere di gruppo, modifiche all’ordine di quarantena per gli arrivi, che comunque sono continuati anche in questo periodo. Ma soprattutto, si forma
Read More Tanto prima o poi bisognava parlarne. Dell’annessione, dico. E allora leviamoci il dente, ora che il momento è caldo. Riassumo in pillole oltre 50 anni di storia. Nel 1967, con quella che fu chiamata “guerra dei 6 giorni”, Israele sconfisse i paesi arabi che volevano di nuovo attaccarlo, e conquista il Golan alla Siria, la Cisgiordania alla Giordania, la Striscia di Gaza e il Sinai all’Egitto. Mentre il Sinai fu restituito all’Egitto, a Israele sono rimasti il controllo di Gaza, Cisgiordania e Golan. Ma mentre l’Egitto non volle indietro Gaza,
Read More Come sempre, da quasi cento anni, israeliani e palestinesi sono un problema l’uno per l’altro. Succede così anche nei giorni del coronavirus. Ce lo racconta Suha Arraf su «+972 Magazine» di giovedì 16 aprile. La discussione si arroventa sulla Barriera di Separazione. Quasi vent’anni fa, in pieno scontro militare fra le due parti, Israele decise di costruire un muro fra i due territori. La giustificazione era di difesa dagli attacchi suicidi palestinesi, ma è sempre stata contestata come una subdola annessione di territorio. Infatti, si iniziò a costruire sui confini
Read More L’acqua è un tema forte in Israele e Palestina. Un tema sul quale, periodicamente, si decide se trovare un punto di condivisione oppure no. Le posizioni di partenza sono note, le riassumo (magari anche banalizzandole un po’): gli israeliani portano via l’acqua ai palestinesi, i quali parlano di «apartheid dell’acqua», e che a loro volta vengono accusati di praticare la «intifada della fogna», scaricando acque reflue sul terreno che poi vanno a finire in Israele. Ovviamente c’è molto di vero. Dall’occupazione nel 1967 Israele estrae acqua dal ricco acquifero che sta
Read More Il coronavirus è la più grande sfida alle comunità ebraiche ultraortodosse dai tempi dell’Olocausto. Succede in questi giorni a oltre un milione di haredim(gli ultraortodossi, appunto) che finora hanno continuato a esistere in maniera autonoma, dentro la società israeliana ma separati dal resto. E lo spiega molto bene il corrispondente di Haaretz, Anshel Pfeffer, in un articolo dello scorso 2 aprile. Le comunità degli ultraortodossi sono chiuse – solo poche persone hanno rapporti con il mondo esterno, autorizzati dai rabbini perché servono alle comunità attraverso il loro lavoro – e non
Read More Poi è avvenuto come avevo scritto. Avevo ripreso la notizia da un quotidiano israeliano, ma vuoi mettere la soddisfazione di aver scelto l’articolo giusto? Ecco! Gantz ha “messo da parte la politica” per il bene del paese, e sta formando il governo con Netanyahu in nome dell’emergenza Covid-19. Ma non saranno rose e fiori, per Gantz. Intanto Netanyahu, dopo l’accordo, ha fatto sapere che la pandemia non era la sua unica priorità, e infatti torna fuori la questione dell’annessione della Cisgiordania, questa sì una priorità assoluta per la destra israeliana.
Read More Poteva mancare, in questo periodo nel quale Israele viene attraversata dalla paura per la diffusione del coronavirus, un richiamo ai testi biblici? Il giornalista Aviel Schneider pubblica un articolo il 20 marzo su Israel Today («God is my Antidote») sul rapport fra ebraismo ortodosso e coronavirus. La Terrasanta dove ora si stende Israele non è estranea a epidemie e pestilenze, e le Scritture hanno molto da dire. Vi presento qui una raccolta sparsa di versetti, individuati in Israele su siti web, su piattaforme di social media o ascoltati in conversazioni informali.
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